Svizzera

Il primo giorno di Cassis

Mercoledì l’insediamento ufficiale del ticinese in Consiglio federale. La guida del DFAE, le impegnative sfide sui dossier europei

  • 1 novembre 2017, 08:31
  • 23 novembre, 03:46
Ignazio Cassis con i colleghi del Consiglio federale

Ignazio Cassis con i colleghi del Consiglio federale

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Da oggi si parte. Ignazio Cassis si lascia alle spalle quella “luna di miele”, scandita da cerimonie ufficiali e incontri con la popolazione, che ha fatto seguito per poco più di un mese alla sua brillante elezione in Consiglio federale. Completato il passaggio di consegne con Didier Burkhalter, il politico ticinese si insedia oggi ufficialmente nell’Esecutivo. E proprio in giornata parteciperà per la prima volta alla seduta settimanale del collegio governativo.

La fotografia ufficiale del Consiglio federale con Ignazio Cassis

La fotografia ufficiale del Consiglio federale con Ignazio Cassis

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Sono senz’altro impegnative le sfide che attendono il nuovo consigliere federale alla guida del DFAE, il dipartimento ereditato da Burkhalter. Prima fra tutte, quella rappresentata dall’Europa. Fermo restando che la politica estera è frutto di un’elaborazione collegiale fra tutti i membri dell’Esecutivo, è pur vero che dal nuovo ministro ci si attende, in particolare, un preciso contributo per un nuovo impulso ai rapporti con l’UE, ormai da tempo stagnanti.

Le relazioni fra Berna e Bruxelles attraversano da tempo, su più versanti, una fase di stasi

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In questo ambito il lavoro da intraprendere certamente non manca. La
legge sul 9 febbraio - dopo la lunga fase d’incertezza seguita all’approvazione dell’iniziativa sull’immigrazione di massa - ha in qualche modo messo una pezza sul confronto, molto delicato, sorto con Bruxelles sul terreno della libera circolazione, uno dei capitoli cruciali delle relazioni bilaterali. I cantieri aperti con l’UE restano però molteplici: dal dossier sul contributo della Svizzera alla coesione europea, fino ai negoziati sul mercato dell’elettricità.

Il nuovo ministro si è mostrato critico sul concetto di un accordo-quadro teso a rilanciare complessivamente le relazioni con l'UE

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Ma le attenzioni, in particolare, si concentrano, sulla prospettiva di un “accordo-quadro” volto ad un’applicazione omogenea dei bilaterali. Un concetto da cui Cassis ha però preso le distanze, evocando in tal modo la possibilità di un altro approccio alla gestione delle questioni istituzionali con l’UE. Resta però da vedere in che misura l’idea di un riesame della politica europea possa fare breccia fra gli altri membri dell’Esecutivo. Senza poi contare l’effettiva disponibilità da parte di Bruxelles ad un approccio alternativo.

Il popolo sarà verosimilmente chiamato a esprimersi già il prossimo anno sull'iniziativa "Per l'autodeterminazione"

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D’altro canto va rilevato che intorno al famoso "accordo-quadro" si infittiscono in Svizzera riserve e contrarietà. L’UDC lo contesta apertamente e leva gli scudi contro l’eventualità di una ripresa automatica del diritto europeo nel quadro dei bilaterali. All’orizzonte c’è poi la votazione, verosimilmente già nel 2018, sull’iniziativa tesa a stabilire
il primato del diritto costituzionale svizzero su quello internazionale: un testo che, se approvato, potrebbe produrre severe conseguenze per la continuità degli accordi con l’UE e per l’accesso della Svizzera ai mercati europei.

È sullo sfondo di tutte queste incognite che Ignazio Cassis sarà ora chiamato ad adoperarsi per il consolidamento, in qualche modo, della via bilaterale. Fra divergenze di posizioni sul piano interno - ed effettivi margini di manovra con Bruxelles - trovare una quadratura del cerchio non sarà certamente facile. Una sfida tutta da scoprire, per il consigliere federale ticinese.

Alex Ricordi

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