Che sia la volta buona, nello sciogliere uno dei nodi gordiani che da ormai tre anni soffocano le nostre relazioni con l’UE? Siamo davvero così vicini ad una soluzione, dunque? A tal punto che forse non sarà nemmeno più necessario continuare le “consultazioni” in corso con l’Unione europea sul rompicapo della libera circolazione?
Un'immagine emblematica, sullo sfondo dei rapporti fra Berna e Bruxelles: il bacio di Jean-Claude Juncker, presidente della commissione UE, alla consigliera federale Simonetta Sommaruga, in occasione di loro colloqui nel febbraio 2015
Domande, per ora senza risposta, che si stagliano all’orizzonte, alla vigilia della sessione autunnale delle Camere federale, in cui – finalmente
arriverà in aula il progetto di legge per l’applicazione dell’articolo costituzionale contro l’immigrazione di massa, approvato da popolo e cantoni il 9 febbraio del 2014. Un progetto di legge forgiato dalla commissione delle istituzioni politiche del Nazionale.
Circa l'applicazione dell'iniziativa del 9 febbraio, la commissione competente del Nazionale ha detto la sua, pronunciandosi per una soluzione incentrata sulla preferenza indigena
Dopo lunghe riunioni ha prevalso il concetto “light” - molto liberale - che chiama in causa soprattutto i datori di lavoro e le loro responsabilità, anche sociali. Saranno loro a dover segnalare agli uffici regionali di collegamento i posti di lavoro messi a concorso all’interno delle proprie aziende e società. Sempre che il governo decida di introdurre questo obbligo, anche solo per alcune categorie professionali o per alcune regioni del Paese. Una misura per frenare, in modo indiretto, l’arrivo di manodopera UE, come fa notare il consigliere nazionale PLR
Kurt Fluri
Fluri (PLR/SO): "Promozione della forza lavoro interna al paese"
RSI Info 07.09.2016, 20:00
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Nelle discussioni la maggioranza dei deputati ha voluto tenere in considerazione anche una sentenza del Tribunale federale, come sottolinea l'UDC Heinz Brand, presidente della commissione istituzioni politiche.
Brand (UDC/GR): "Una sentenza che ha avuto un grande influsso sulla decisione della commissione"
RSI Info 07.09.2016, 20:03
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Sta di fatto però che l’iniziativa UDC chiedeva di ridurre l’immigrazione di lavoratori UE attraverso contingenti e tetti massimi. Misure non previste dal progetto di legge al vaglio ora dal parlamento, e frutto di un compromesso tra PLR, PPD e socialisti.
L'UDC non ci sta. Ha subito espresso la sua delusione per l'applicazione proposta dalla commissione del Nazionale ed evoca il lancio di una nuova iniziativa popolare
Partiti che, seppur con accenti diversi, considerano contingenti e tetti massimi incompatibili con l’accordo sulla libera circolazione delle persone. Nel forgiare questo compromesso l’UDC si è ritrovata di fatto isolata e parla di scandalo.
Albert Rösti, presidente dell'UDC svizzera: "Siamo molto sorpresi!"
RSI Info 07.09.2016, 20:00
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Per questo motivo l’UDC è pronta a lanciare, ma a tempo debito, un’iniziativa popolare per annullare l’accordo sulla libera circolazione delle persone. Altri parlamentari, di altri partiti, ritengono invece che la Costituzione vada ora modificata, perché l’applicazione proposta – se dovesse passare il banco di prova del Nazionale - non corrisponde a quanto previsto dall’articolo contro l’immigrazione di massa.
L'iniziativa democentrista venne approvata nel 2014 con un tenue scarto di voti favorevoli
Ci sarebbe di fatto un’incongruenza giuridica, inaccettabile in uno stato di diritto. In un modo o nell’altro si dovrà dunque tornare a votare. Ed è quanto, da più parti, si sta dicendo da ormai tre anni, ipotizzando una votazione popolare per chiarire a quale opzione dare la priorità: la via bilaterale o la lotta all’immigrazione, come sostiene un ex consigliere federale.
L'ex consigliere federale Pascal Couchepin: "Prevedere una votazione in cui scegliere"
RSI Info 07.09.2016, 20:00
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Ma questa è musica del futuro, in cui si inserisce anche la votazione, quella sicura, sull’iniziativa chiamata RASA, che chiede di cancellare il voto del 9 febbraio 2014.
L'iniziativa RASA ("Fuori dal vicolo cieco"), chiede l'abolizione pura e semplice del nuovo articolo costituzionale sull'immigrazione di massa.
Al di là di queste ipotesi e di queste schermaglie resta ora anche da capire se la soluzione “light” varata in commissione possa venir approvata anche a Bruxelles. Ipotesi più che solida secondo una consigliere nazionale socialista.
Piller Carrard (PS/FR): "Un compromesso su cui c'è l'accordo della maggioranza dei partiti"
RSI Info 07.09.2016, 20:00
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E in questo senso il primo banco di prova sarà il prossimo 19 settembre a Zurigo, in agenda l’incontro tra il presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker e il presidente della Confederazione Johann Schneider-Ammann. Per il momento comunque il nodo gordiano è ancora lì, attorniato da una turbinio di interrogativi. Ma è così da quasi tre anni, ormai.
Roberto Porta/Gian Paolo Driussi
La clausola ticinese
Il canton Ticino è stato molto attivo nel forgiare un possibile modello per l’applicazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa. Un modello chiamato “bottom-up”, elaborato attraverso la consulenza chiesta al professor Michael Ambühl, ex segretario di Stato presso il Dipartimento federale delle finanze e oggi professore presso il politecnico di Zurigo.
Alcuni elementi della proposta ticinese sono poi stati utilizzati per dar forma al progetto di legge ora al vaglio del Consiglio Nazionale, come confermano sia il consigliere di Stato Christian Vitta sia il deputato federale Marco Romano.
Le considerazioni di Christian Vitta e Marco Romano
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Vitta: "Aspetti interessanti e importanti per il cantone"
RSI Info 08.09.2016, 18:08
Romano: "L'approccio scelto dalla commissione è quello proposto dal Ticino"
RSI Info 08.09.2016, 18:08