Svizzera

Il rimpatrio al rallentatore degli svizzeri

La situazione in Israele riporta d’attualità il fatto che il DFAE non dispone di mezzi propri per riportare a casa i connazionali in caso di bisogno

  • 10 ottobre 2023, 12:36
  • 10 ottobre 2023, 19:06
Il rimpatrio stavolta avverrà grazie a Swiss

Il rimpatrio stavolta avverrà grazie a Swiss

  • Keystone
Di: RG/RSI Info

Tornare in patria in caso di catastrofe o di altre sciagure? Non sempre è cosa immediata come dimostra quanto sta accadendo in Israele. Stasera, martedì, alle 18.15 un Airbus A321 della Swiss, un velivolo da 219 posti, decollerà da Tel Aviv diretto a Zurigo Kloten, dove è atteso alle 21.35. A cinque giorni dall’esplosione delle violenze per molti connazionali arriva il volo liberatorio.

Non disponendo di mezzi propri, il Dipartimento federale degli affari esteri deve infatti appoggiarsi sull’aiuto di altri Stati, oppure come in questo caso sulla compagnia rossocrociata, che però non sempre può offrire nell’immediato velivoli ed equipaggi pronti. Lo ha ricordato lunedì lo stesso responsabile del DFAE Ignazio Cassis.

Contraccambiamo con altri Stati riportando in Svizzera tedeschi, francesi o italiani

Ignazio Cassis, capo del Dipartimento federale degli affari esteri

Una mancanza di autonomia che ha lasciato oggi più di 200 svizzeri bloccati in Israele, ma che già in passato aveva fatto discutere a livello politico. Se per alcuni quando ci si reca in zone a rischio conosciuto e sconsigliate, la responsabilità è innanzitutto di chi ci va, quando si tratta di eventi imprevedibili la Confederazione deve poter reagire immediatamente e senza dipendere da altri. D’altronde fino a venerdì scorso nessuno sconsigliava viaggi in Israele.

Già durante l’ultima offensiva talebana in Afghanistan, il tema di mezzi propri per il rimpatrio dei cittadini svizzeri era stato discusso, ma il Consiglio federale aveva sostenuto l’idea che ci si potesse appoggiare ad altri Stati europei.

Durante l’ultima sessione parlamentare però, la questione tornata a galla, e in risposta a un’interpellanza, il governo ha riconosciuto che, vista l’accresciuta volatilità della sicurezza a livello mondiale, la Svizzera dovrebbe poter disporre di sufficienti capacità di trasporto, inclusi mezzi militari adatti, acquistandoli, o continuando sulla via della cooperazione con altri Stati, opzione questa privilegiata per una questione di costi e di fattibilità.

Su questo dossier non sono ora attesi passi avanti prima del primo trimestre del prossimo anno.

RG 12.30 del 10.10.2023 - Il servizio di Alessio Veronelli

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