La pressione per il divieto di Hamas e la sua catalogazione come organizzazione terroristica aumenta in Svizzera. La richiesta arriva da organizzazioni ebraiche, ma anche da PLR e UDC. I democentristi vogliono anche tagliare i fondi di aiuto alla Palestina.
La Federazione svizzera delle comunità israelite (FSCI) e la Piattaforma degli ebrei liberali in Svizzera (PJLS) hanno chiesto che venga “finalmente” applicato un divieto ad Hamas. Dopo la brutale aggressione nei confronti di civili è stata domandata una chiara presa di posizione della Confederazione.
L’azione armata nei confronti di Israele mostra come Hamas possa solo essere catalogato come organizzazione terroristica, è stato comunicato attraverso una nota congiunta odierna. Gli obiettivi dell’aggressione sono infatti in gran parte civili e includono un festival musicale.
Anche la Fondazione GRA contro il razzismo e l’antisemitismo sostiene che Hamas vada classificata come gruppo terrorista.
Stessa richiesta è stata formulata da alcuni partiti, fra cui il PLR. I liberali-radicali condannano nella maniera più ferma il “vergognoso attacco terroristico di Hamas sui civili nello Stato di Israele”. Fino ad ora era giustificabile parlare con tutti gli attori nella regione. Gli ultimi attacchi non lo permettono però più: dialogare con persone che pianificano e sostengono tali atti è impossibile.
Per quel che riguarda gli aiuti finanziari, il PLR vuole soprattutto garanzie sul fatto che il denaro non finisca nelle tasche di terroristi. Va valutato se i sostegni alla Palestina vadano sospesi o interrotti.
Dal canto suo l’UDC ha domandato lo stop immediato degli aiuti finanziari svizzeri alle organizzazioni palestinesi “dopo il barbaro terrore contro la popolazione di Israele”. I democentristi concordano sul fatto che Hamas vada classificato come organizzazione terroristica e messo al bando.
Secondo il partito di destra, tutti i sostenitori e i simpatizzanti di Hamas in Svizzera devono essere immediatamente monitorati dal Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC).
Non tutti la vedono però in maniera così radicale. Secondo il consigliere nazionale Fabian Molina (PS/ZH) - membro del Gruppo parlamentare di amicizia Svizzera-Palestina - la Svizzera non dovrebbe interrompere il sostegno ai palestinesi. A suo dire un taglio degli aiuti potrebbe infatti portare a un’ulteriore radicalizzazione.
Per Rocco Cattaneo, membro della Commissione del gruppo di amicizia Svizzera-Israele: “Penso che in una situazione simile occorra fare trasparenza su dove vanno le nostre risorse, se finiscono mirate all’aiuto allo sviluppo in Palestina o se vanno a finanziare quelle centinaia di missili che partono ininterrottamente verso Israele”.
Per il Gruppo parlamentare di amicizia Svizzera-Palestina bloccare l’aiuto umanitario vuol dire colpire la popolazione civile. Si è invece più aperti sul divieto di Hamas. A dirlo è Fabian Molina, membro del gruppo di amicizia: “Finora il Consiglio federale ha sempre detto che la Svizzera in questo conflitto può avere un ruolo mediatore tra Hamas, Fatah e il governo israeliano. Con questo barbaro attacco la situazione è però cambiata. E penso che il divieto di Hamas debba essere valutato attentamente”.