Il ticket del Centro per la successione a Viola Amherd in Consiglio federale il 12 marzo, composto dal presidente dell’Unione svizzera dei contadini Markus Ritter e dal consigliere di Stato di Zugo Martin Pfister, suscita scetticismo a sinistra. L’UDC, il più grande partito del Parlamento, attende la fine delle audizioni per giudicare i due uomini. Per il PLR, invece, entrambi sono eleggibili.
Questo il succo della questione confermato anche dai politici sentiti dalla RSI. Per la capogruppo del PS Samira Marti (BL), i candidati proposti sono una delusione. “Ci aspettavamo un ticket equilibrato e invece con Pfister e Ritter ci ritroviamo con due uomini, entrambi provenienti dall’ala destra del partito”.
Sulla stessa linea d’onda l’altro capogruppo socialista Samuel Bendahan (VD), che non esclude a priori di cercare, altrove, una cosiddetta candidatura selvaggia. Ma è troppo presto per determinare una strategia, anche perché prima vogliono conoscere meglio Martin Pfister, che per molti rimane uno sconosciuto.
Per Damien Cottier (NE), capogruppo del PLR, invece, i due candidati, seppur arrivati all’ultimo, soddisfano le aspettative. “Sono entrambe delle candidature di politici navigati e competenti. Teoricamente dovremmo votare per uno dei due, quindi rispettare il ticket, ma potrò esprimermi meglio una volta che ci sarà stata la fase delle audizioni, perché ci permetterà di conoscere meglio Martin Pfister che, a differenza di Ritter, non è a Berna. In generale, comunque, credo che il livello delle candidature, anche se arrivate tardi, sia adeguato”.
Dopo la successione di Amherd, il Centro però rivendica addirittura un secondo seggio in Consiglio federale. Proprio uno del PLR. “È effettivamente sorprendente per un partito che rivendica un secondo seggio far così fatica a trovare delle candidature per il primo”, osserva il capogruppo PLR. “Non mi dà l’idea di un partito che ha voglia di governare e non è di certo un segnale di forza non riuscire a proporre una serie di personalità diverse e motivate per un posto di responsabilità”.
Niente donne: “Peccato farne una questione di genere”
Due maschi e nessuna candidatura femminile, in barba a quanto caldeggiato dalla sezione femminile del Centro un paio di settimane fa. Lara Comini Pestoni, membro dell’ufficio presidenziale Donne del Centro Svizzera e presidente Donne del Centro Ticino non si nasconde: “Ma sì, avevamo auspicato un ticket con due uomini e una donna. Questo ticket evidentemente non è andato a buon fine. Come spiegarselo? Direi che sono scelte molto personali. Abbiamo visto candidature femminili estremamente interessanti. Ma allo stesso tempo abbiamo visto anche candidati eccellenti, come Gerhard Pfister o Martin Candinas, per citarne solo due, rinunciare”. Lara Comini Pestoni non nega che ci sia un po’ dispiacere: “Ma comunque le donne del Centro sostengono il ticket attuale, anche perché sono due candidati che rappresentano due anime del partito. Ottimi e con esperienze entrambi interessanti e quindi non ne vogliamo fare una questione di genere perché sarebbe un peccato. Preferiamo piuttosto le competenze alla questione di genere”.
Ma le donne del Centro hanno sbagliato qualcosa? “Direi di no - conclude la nostra interlocutrice -. Le donne che avevano competenze assolutamente compatibili con un ruolo di consigliere federale. Per motivi di lavoro, o anche politici, perché stanno seguendo dei dossier di un certo peso, o ancora per motivi familiari, hanno scelto di rinunciare. Sono scelte, ripeto, dettate da motivi personali”.
RG delle 7.00 del 04.02.25, il servizio di Maria Jannuzzi
RSI Info 03.02.2025, 23:44
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