La Svizzera ha delle lacune digitali che hanno reso difficile la gestione della pandemia. Pensiamo alla raccolta dei dati dei decessi, dei ricoveri e dei contagi durante la prima ondata, ma anche al software per gestire la campagna di vaccinazione ancora in fase di test nel canton Ginevra, nonostante la campagna sia già iniziata.
"Siamo in contatto con le ditte per lo sviluppo del software dall'inizio di settembre, da ottobre queste ditte stanno lavorando. Ma abbiamo dovuto aspettare che la strategia di vaccinazione fosse definita per capire quali funzioni fossero necessarie. E la strategia è stata presentata a metà dicembre", spiega Sang-Il Kim, il capo della divisione trasformazione digitale dell'Ufficio federale della sanità pubblica, che per facilitare questa transizione ha a disposizione una ventina di collaboratori.
"Non posso dire se ci siano effettivamente stati dei ritardi", afferma Kim, che però ammette che, in particolare durante la prima ondata non tutto è andato per il meglio: "in aprile ospedali e medici ci trasmettevano molte informazioni ma non elettronicamente. E questo ha creato molti problemi. E ha dimostrato in maniera chiara che nel sistema sanitario in generale gli strumenti digitali non vengono utilizzati a sufficienza".
La sua divisione è stata creata proprio allora per colmare questo ritardo, ma occorrono risorse sufficienti e secondo Kim "abbiamo bisogno di una maggiore consapevolezza tra i politici e anche all'interno dell'amministrazione".