Tempi duri per le sale cinematografiche svizzere. Nel 2020 le entrate sono crollate: due terzi in meno gli spettatori accorsi nei periodi di apertura.
A evidenziarlo è l’Ufficio federale di statistica: l’anno scorso sono stati venduti 4,3 milioni di biglietti in tutto quanto il Paese. Nel 2019 invece ne erano stati venduti 12,5 milioni.
Il numero di proiezioni è dimezzato. C’è però un segnale positivo: i film realizzati in Svizzera si sono guadagnati una quota di mercato superiore, che ha raggiunto il 14% (in totale 600'000 ingressi per loro). A contribuirvi in particolare è stato il successo registrato dal film “Platzspitzbaby”, del regista Pierre Monnard, che ha attirato oltre 320'000 spettatori.
Per il momento il settore resiste e nel 2020 il numero di cinema e di sale è diminuito di poco. L’anno scorso si contavano 263 cinema in attività (-6), per un totale di 601 sale disponibili (-4).
Le chiusure non sono però legate alla pandemia, come ha spiegato ai nostri microfoni René Gerber, segretario generale di Pro Cinema, l'associazione delle imprese cinematografiche svizzere.
A garantire la tenuta del settore, per il momento, contribuiscono gli aiuti forniti dallo Stato, il lavoro ridotto e le indennità per la perdita di guadagno legate alle chiusure forzate - indennità che coprono l'80% dei danni finanziari subiti e che ora il parlamento ha deciso di aumentare al 100%.