Diverse migliaia di persone - 5’000 secondo la polizia, 10’000 per gli organizzatori - si sono riunite sabato su Piazza Federale a Berna per esprimere la propria solidarietà alla popolazione di Gaza e per chiedere la fine delle violenze. La manifestazione era stata autorizzata dalle autorità.
Nell’invito, gli organizzatori parlano di “un attacco spietato da parte di Israele” e di “un genocidio contro il popolo palestinese”. Il governo israeliano ha interrotto le forniture di cibo, acqua, benzina ed elettricità e ha impedito l’accesso alle cure mediche. Anche le comunicazioni, ad esempio via internet, sono bloccate.
La pioggia non ha fermato i manifestanti
Gli organizzatori condannano la violenza che ha causato morti in entrambi gli schieramenti. Dal loro punto di vista tale violenza è frutto di quella che definiscono “occupazione militare, pulizia etnica e sistema di apartheid, che dura da 75 anni”. Un sistema che, sottolineano, può essere mantenuto solo grazie al sostegno finanziario e militare degli Stati Uniti e dei Paesi europei.
Anche la Confederazione viene criticata per aver annunciato la sospensione degli aiuti finanziari alle ONG palestinesi e israeliane. Queste organizzazioni svolgono un’importante opera umanitaria, indispensabile proprio in questo momento, viene sottolineato.
La manifestazione è stata convocata da decine di organizzazioni e gruppi, soprattutto di piccole dimensioni, che già in precedenza aveva organizzato dimostrazioni a Berna.
I sostenitori di Matteo Salvini radunati in Largo Cairoli a due passi dal Castello Sforzesco
Manifestazioni legate al conflitto israelo-palestinese si sono svolte in diverse città in tutto il mondo. A Milano nel pomeriggio ci sono state due adunate legate alla situazione in Medio Oriente. Da un lato il presidio lanciato dal segretario della Lega Matteo Salvini, in difesa dei valori dell’Occidente e contro il fanatismo jihadista. Poco distante, il corteo di associazioni pacifiste e antirazziste per dire No a tutte le guerre e fermare il massacro a Gaza.
Un migliaio i sostenitori di Matteo Salvini riuniti a due passi dal Castello Sforzesco. In chiusura c’è stato l’intervento del segretario della Lega, vice premier e ministro delle infrastrutture e dei trasporti. “Siamo in piazza per dimostrare che non abbiamo paura”, ha detto il leader leghista. Prima di lui, ci sono stati gli interventi di altri esponenti leghisti, il messaggio dell’ambasciatore israeliano in Italia e quello di un rappresentante del museo ebraico di Milano che hanno ringraziato per la vicinanza e il sostegno. Tra la gente, molti tenevano in mano cartelli con la scritta “senza paura a difesa dell’Occidente”. Alcuni sventolavano bandiere di Israele. Una curiosità: la manifestazione inizialmente era stata convocata citando Oriana Fallaci, ma dopo la presa di posizione del nipote della scrittrice, famosa per aver assunto nell’ultimo periodo della sua vita una posizione anti-islamica, che aveva chiesto di non usare il nome della zia per iniziative di partito, si è cambiato lo slogan, lasciando solo la difesa dei valori occidentali.
L’altra manifestazione era invece organizzata da una rete di realtà che si definiscono antirazziste e antifasciste. Voleva essere in qualche modo il contraltare di quella leghista. Centrale in questo caso la condanna del massacro (genocidio per usare le parole dei manifestanti) portato avanti dall’esercito israeliano nella Striscia di Gaza. Nelle prime file del corteo, con qualche migliaio di partecipanti, che ha attraversato le vie centrali di Milano, c’erano anche le associazioni palestinesi milanesi, con uno striscione che chiede il cessate il fuoco immediato e la fine dell’occupazione israeliana in Cisgiordania.
A Berlino i presenti erano meno di quelli di Berna: la polizia parla di 3’500 persone radunate in Alexander Platz.