A pochi pochi giorni dall'ultima votazione popolare, il Consiglio federale torna in campo per la prossima, prevista il 7 marzo. Questa mattina (lunedì) a Berna, il Consigliere federale Guy Parmelin, direttore del Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR), ha infatti lanciato la campagna su uno dei tre temi in votazione: l'accordo di libero scambio con l'Indonesia, contro cui è stato lanciato un referendum.
Libero scambio, Parmelin scende in campo
Telegiornale 07.12.2020, 13:30
Referendum che ha un principale protagonista: l’olio di palma. È infatti lui il motivo per cui il sindacato Uniterre e altre associazioni impegnate nella protezione dell'ambiente e dei diritti umani hanno lanciato un referendum contro l'accordo con l'Indonesia.
L’olio di palma viene infatti coltivato senza alcun rispetto dell'ambiente e dei diritti umani. Il Consiglio federale lo sa, e per questo motivo ha negoziato regole precise al riguardo. “La particolarità di questo accordo – ha spiegato Parmelin in conferenza stampa – è che, a complemento delle disposizioni sulla sostenibilità presenti in ogni accordo di libero scambio, siamo riusciti ad ottenere impegni specifici che riguardano la produzione e il commercio dell'olio di palma, un risultato che non era scontato all'inizio dei negoziati”.
Concorrenza alla colza e al girasole svizzeri? “Solo riduzioni parziali dei dazi”
Un altro aspetto che inquieta gli oppositori all'accordo con l'Indonesia, soprattutto i contadini, è la concorrenza che l’olio di palma farebbe ai produttori svizzeri di olio di colza e di girasole.
“È vero, potrebbe rappresentare un fattore di concorrenza, ma ci tengo a sottolineare che l'accordo non prevede un libero scambio totale per quanto riguarda questo prodotto – ha spiegato ancora Parmelin. Abbiamo negoziato riduzioni parziali tra il 20 e il 40 percento dei dazi doganali all'interno di contingenti bilaterali definiti insieme ai settori interessati”.
Il ministro dell’economia sottolinea inoltre come le importazioni di olio di palma siano minime: “Nel 2019 abbiamo importato circa 24mila tonnellate di olio di palma da tutto il mondo. Di queste, 35 tonnellate provenivano dall'Indonesia. Vale a dire, lo 0,1 percento delle nostre importazioni”. Secondo il governo svizzero infine l’accordo offrirebbe nuove opportunità anche alle imprese svizzere e nessuno verrebbe quindi penalizzato.
L’ultima parola l’avrà la popolazione il prossimo 7 marzo.
Libero scambio con l'Indonesia, Parmelin scende in campo
Telegiornale 07.12.2020, 21:00