L'Unione democratica di centro si oppone tanto all'iniziativa "per cure infermieristiche forti" quanto a quella per la giustizia che propone di designare i giudici federali mediante sorteggio. In vista delle votazioni federale del 28 novembre invita pertanto a un triplo no, dato che già si era espressa contro la revisione della legge Covid-19. Le indicazioni sono emerse dall'assemblea dei delegati del più grande partito svizzero tenutasi sabato a Montricher (Vaud) sotto una tenda aperta sui lati per evitare restrizioni sanitarie.
L'assemblea dei delegati dell'UDC
Telegiornale 23.10.2021, 14:30
I delegati democentristi con 160 voti contro 17 hanno anche adottato una risoluzione contro le città governate dalla sinistra. Nel documento si propongono diverse misure per limitarne "l'influenza negativa sulla cultura politica liberale del nostro Paese". Secondo l'UDC, la "gauche caviar" e gli ambientalisti moralizzatori finanziano con i soldi degli altri una serie di privilegi esplicitamente clientelari. Il partito nazionale propone alle sue sezioni cantonali diverse misure come il chiarimento dei costi reali e dei proventi delle imposte tra cittadini e popolazione rurale. Il partito vorrebbe anche che il numero di seggi in Consiglio nazionale non venga più calcolato in base alla popolazione residente totale ma tenendo conto solo dei cittadini svizzeri.
In materia di cure infermieristiche l'UDC sostiene il controprogetto che, è stato sottolineato, ha il vantaggio di poter entrare in vigore subito. L'adozione dell'iniziativa invece significherebbe favorire i sindacati, non i professionisti della sanità, ha sostenuto il consigliere nazionale Albert Rösti (BE). Per il bernese non ha poi senso fissare i salari nella Costituzione per una sola categoria professionale.
La gestione della pandemia è stata al centro del discorso d'apertura di Marco Chiesa che ha sottolineato come il partito non sia contro la vaccinazione e ha criticato il Governo per le misure adottate per lottare contro il coronavirus. "I piani di protezione funzionano: i settori della ristorazione, dello sport e della cultura lo hanno dimostrato per mesi", ha affermato il presidente accusando il Consiglio federale anche di non aver mantenuto la parola data. L'obbligo del certificato è un inutile paternalismo, ha detto chiedendo all'Esecutivo di presentare una strategia d'uscita vincolante per tornare alla normalità democratica.
Nel suo intervento il consigliere federale democentrista Guy Parmelin non ha preso posizione sulla questione, ma ha presentato una panoramica della buona situazione economica elvetica, attribuendola al fatto che le restrizioni sanitarie sono state molto meno severe che altrove. "La Svizzera ha chiaramente limitato i danni, soprattutto se osserviamo i nostri vicini", ha sottolineato il presidente della Confederazione a capo del Dipartimento dell'economia.
Marco Chiesa ha anche criticato aspramente la Strategia energetica 2050 del Consiglio federale, "che mette in pericolo la prosperità e la sicurezza dell'approvvigionamento". La necessità di una maggiore produzione indigena per evitare una eccessiva dipendenza dall'estero è stata condivisa da Guy Parmelin. La sicurezza dell'approvvigionamento di domani deve essere pianificata oggi, ha precisato il consigliere federale avvertendo che la situazione tra pochi anni potrebbe diventare critica.
RG 18.30 del 23.10.2021 Il servizio di Lucia Mottini
RSI Info 23.10.2021, 20:55
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