A mali estremi, estremi rimedi: il gruppo di lavoro istituito dal Consiglio federale per risanare le finanze federali finite nelle cifre rosse ha proposto giovedì un rapporto di 62 pagine con 66 misure mirate essenzialmente a contenere la spesa. Applicandole, le uscite potrebbero essere progressivamente ridotte di 4-5 miliardi di franchi entro il 2030, fra il 6 e il 7% del totale. I primi provvedimenti potrebbero essere adottati già nei budget del 2026 e 2027.
Uno dei fattori all’origine dello squilibrio, insieme all’AVS, è il forte aumento della spesa militare, ha ricordato il gruppo guidato da Serge Gaillard, ex direttore dell’amministrazione federale delle finanze. Il traguardo dell’1% del PIL da consacrare a questo ambito non viene rimesso in discussione, ma solo allontanato di qualche anno, al 2035, rispetto a quanto vorrebbe il Parlamento. Andrebbero quindi fissate delle priorità di investimento.
I risparmi - secondo le proposte - dovrebbero toccare gli ambiti più disparati: dalla politica migratoria a quella energetica e climatica, dai trasporti (infrastruttura e promozione del traffico delle merci) alla socialità. In particolare, si rinuncerebbe a finanziamenti federali per gli asili nido (un settore che proprio ieri, mercoledì, aveva già lanciato un grido d’allarme rivolto ai Cantoni a cui spetta la competenza), la cancellazione di “sovvenzioni banali” e il taglio delle spese non urgenti. L’amministrazione federale potrebbe contribuire con 0,2-0,3 miliardi.
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Notiziario 05.09.2024, 14:00
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