Svizzera

La Germania non vuole più comprare armamenti svizzeri

Berlino intende escludere l’industria elvetica da tutta una serie di acquisti militari a causa del divieto di riesportazione in Ucraina – armasuisse preoccupata, la politica si arrabbia

  • 5 settembre, 12:30
  • 5 settembre, 12:31

RG 12.30 del 05.06.2024 - Il servizio di Anna Riva

RSI Info 05.09.2024, 12:07

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Di: RG-Riva/RSI Info

Dalle parole ai fatti. La Germania ha messo nero su bianco la sua intenzione di escludere l’industria degli armamenti svizzera da tutta una serie di acquisti militari. Un’intenzione esplicitata in una lettera inviata ad armasuisse dall’omologo ufficio tedesco e riportata dal quotidiano Le Temps. Il motivo: Berna si oppone, come noto, alla riesportazione di armi elvetiche verso l’Ucraina.

La stessa cosa era già avvenuta nei Paesi Bassi, il cui Parlamento l’anno scorso aveva votato per la rinuncia in futuro al materiale militare svizzero. La decisione di Berlino è però un colpo decisamente più doloroso per l’industria bellica della Confederazione.

Urs Loher, direttore di armasuisse, ha spiegato che l’ufficio germanico ha citato l’esempio di 12’000 munizioni svizzere per i carri armati Gepard inviati dalla Germania in Ucraina, esportate verso Berlino una trentina d’anni fa, e di come il Consiglio federale abbia detto no alla riesportazione.

Per Loher, la notizia, preceduta da alcune dichiarazioni orali, dimostra che per la Germania la Svizzera non è più un partner affidabile. E parla di un cambiamento radicale, alla luce dei dati: il mercato d’esportazione tedesco è infatti il più importante per l’industria della difesa elvetica. Il numero uno di armasuisse teme che la decisione finisca per complicare il mantenimento di questa industria nella Confederazione, indebolendo di conseguenza anche la capacità di difesa del Paese.

La rabbia della politica svizzera

La politica federale, più che preoccupata, è risentita. Da sinistra a destra si denuncia quella che viene vista come un’ingerenza nei processi democratici svizzeri. Tanto più - questo il tenore delle reazioni – che attualmente sul tavolo del Consiglio federale c’è un progetto per un’eventuale modifica della legge sul materiale bellico. L’idea è quella di consentire una sorta di deroga: in circostanze eccezionali, il Governo potrebbe allontanarsi dai criteri di autorizzazione se il mantenimento degli interessi nazionali lo rendono necessario.

La consultazione si è conclusa ieri (mercoledì), senza che sia emersa una linea univoca: la sinistra rimane di principio contraria alla modifica, al contrario del campo borghese.

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