Per i venditori di fuochi d'artificio sono anni difficili. "Ho ripreso il negozio 5 anni fa, investendo molti soldi, ma con la pandemia gli introiti sono diminuiti del 75%" dice Hanspeter Krieg, uno di loro. Ora "sarebbe il momento giusto per ripartire", ma il problema di quest'anno, e sempre più ricorrente, è un altro: la siccità, che ha spinto molti cantoni (Ticino compreso, ultimo in ordine di tempo martedì il Giura) a vietare i fuochi all'aperto e/o l'utilizzo di congegni pirotecnici nell'imminente giorno della festa nazionale. Restano unicamente gli spettacoli professionali, in particolare organizzati sui laghi.
La Migros si è spinta fino al punto di togliere questi prodotti dall'assortimento. "Sono vari i motivi che ci hanno indotti a prendere questa decisione. Innanzitutto i periodi di siccità si stanno moltiplicando e questo provoca dei problemi di pianificazione nella compravendita. Ma poi ci sono anche aspetti come il rumore, che dà fastidio a molte persone e molti animali", spiega il portavoce della catena Marcel Schlatter.
"Molti, il primo di agosto, fuggono all'estero. C'è poi chi si barrica in cantina. Altri ancora reputano che i fuochi d'artificio siano in forte contrasto con l'emergenza climatica. Ma anche per gli animali, selvatici o domestici, è una sofferenza", gli fa eco a questo proposito Corinne Meister. È fra i promotori di un'iniziativa popolare che intende limitare l'utilizzo dei fuochi artificiali.
Se la volontà del sovrano fosse quella, l'attività di Krieg rischierebbe di scomparire definitivamente, ma lui non ci crede: troppa gente ama i fuochi, afferma. Per gli organizzatori di spettacoli, l'alternativa proposta anche a Lugano dal municipale Tiziano Galeazzi sarebbe quella di ricorrere a show luminosi con i droni, meno inquinanti, costosi e rumorosi.