Svizzera

“Assumo la carica con rispetto”

Prima conferenza stampa per Martin Pfister dopo l’elezione in Consiglio federale - Tante domande sul DDPS, ma la ripartizione dei dipartimenti avverrà solo venerdì

  • Oggi, 14:43
  • Oggi, 16:02
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Martin Pfister in conferenza stampa

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Di: ATS/pon 

“Accetterò qualsiasi dipartimento mi verrà affidato”, ha affermato mercoledì davanti ai media il consigliere federale eletto Martin Pfister, “anche se come storico e colonnello dell’esercito ho delle affinità con i problemi legati alla sicurezza”.

Lo zughese, che il 31 luglio compirà 62 anni, appare predestinato alla guida del dicastero, lasciato dalla sua compagna di partito Viola Amherd, che nessuno dei suoi futuri colleghi di Governo pare voler rilevare. Per la certezza bisognerà attendere però venerdì: come anticipato dal portavoce governativo Andrea Arcidiacono in apertura di conferenza stampa, la ripartizione degli incarichi fra i sette membri avverrà infatti quel giorno.

“Ho senz’altro voglia di guidare il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport, dove posso portare la mia esperienza nell’esecutivo di Zugo e quale alto ufficiale”, ha ad ogni modo affermato Pfister, che incalzato dai giornalisti ha tra l’altro ribadito che intende rimanere nell’Esecutivo per almeno sette anni quindi per due legislature compresa quella già iniziata da Amherd.

“Il Governo deve guadagnarsi la fiducia”

Davanti ai media di Palazzo, Pfister ha esordito ringraziando tutti coloro che lo hanno sostenuto e votato e garantendo il suo impegno “con tutte le forze” per il bene della popolazione e della Svizzera “sociale e liberale”. “Entro in carica con grande rispetto, gioia e fiducia”, ha affermato, ribadendo poi due concetti che aveva già fatto suoi nel suo primo discorso davanti ai parlamentari: l’importanza della collegialità nell’Esecutivo - che non deve spaccarsi in blocchi - e della fiducia che il Consiglio federale deve sapersi guadagnare ogni giorno fra la popolazione.

Al momento delle domande, tuttavia, una buona parte dei media si è concentrata sulle difficoltà attuali della difesa elvetica e su temi delicati ad essa legati, per quanto il futuro ministro avesse premesso di non voler presentare “un programma per il DDPS”.

Qualora dovesse assumere la direzione del Dipartimento della difesa farò in modo, ha aggiunto Pfister, che la truppa sia ben armata. Si tratta di una responsabilità, ha puntualizzato, che incombe all’intero Governo e al Parlamento, chiamato a dotare la truppa dei mezzi finanziari necessari affinché sia credibile. Il Legislativo “ha già stabilito di alzare il budget entro il 2030”, ha ricordato, bisognerà che questo denaro “sia speso in modo mirato”.

Stando a Pfister, in un contesto geopolitico in trasformazione come quello attuale, con una guerra in Europa e i cambiamenti che si delineano a livello transatlantico, la Svizzera deve trovare il proprio ruolo nel rispetto della sua sovranità e indipendenza, ma anche della neutralità.

02:42

Il nuovo consigliere federale è Martin Pfister

Telegiornale 12.03.2025, 12:30

Pfister ha rammentato che la sicurezza della Svizzera dipende anche dai suoi vicini. A suo avviso sono importanti l’interoperabilità, le esercitazioni comuni, e più in generale la cooperazione internazionale, anche per l’acquisto di armamenti. “Credo che in Parlamento - ha spiegato - ci sia comprensione per questi aspetti”. Quale possibile responsabile della difesa, Pfister sa che dovrà agire con una certa fretta, anche a livello di nomine - capo dell’esercito e dei servizi segreti sono dimissionari - per ristabilire la fiducia del Parlamento.

Non si è però sottratto alle domande nemmeno su altri temi, promettendo impegno affinché i nuovi accordi negoziati con Bruxelles possano essere accolti anche dal popolo, per stabilizzare i rapporti con il principale partner commerciale della Svizzera. Quanto alle finanze pubbliche - tema non disgiunto da quello dell’esercito, praticamente l’unico settore non toccato oggi da risparmi - Pfister si è detto fondamentalmente favorevole al mantenimento di un freno all’indebitamento, per non pesare sulle future generazioni.

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