Droga di ogni tipo messa in vendita online, rigorosamente in bitcoin, con tanto di descrizione dettagliata da parte del venditore e recensioni degli utenti-consumatori. Quello su cui siamo atterrati non è un normale sito di e-commerce: è un cosiddetto market del darknet.
Siamo nel lato oscuro della Rete, in quella parte di Internet non indicizzata dai motori di ricerca, a cui è possibile accedere solo tramite appositi software. Pensato inizialmente come un luogo sicuro per scambiarsi informazioni scottanti ed aggirare la censura governativa, il darknet è diventato anche un bazar dove si portano avanti traffici di ogni tipo. Qui, negli anni sono spuntati come funghi i cosiddetti market (o criptomercati), sorta di Amazon delle attività illegali, dove i “bestseller” sono proprio le sostanze illegali.
I rischi legati alla concentrazione e alla qualità delle sostanze sono altissimi
Entrarci è macchinoso, ma non impossibile. A volte servono codici di accesso, ma siamo riusciti a procurarci una di queste chiavi per entrare in uno dei market più gettonati del momento. Gli annunci sono centinaia, molti provenienti dalla Svizzera.
Anche nel nostro paese, dunque, si vende e compra droga online. Il fenomeno rimane però marginale e i quantitativi scambiati sono molto piccoli se paragonati a quelli dei grossi traffici internazionali. Gli addetti ai lavori, tuttavia, sono sicuri che questo tipo di attività sia destinato a crescere.
L'account di Happy Olaf chiuso dalla polizia cantonale zurighese
Il procuratore pubblico Stephan Walder lavora ad un’inchiesta sfociata nel recente arresto di Happy Olaf, quello che molto probabilmente era il più grande spacciatore di droga svizzero sul darkweb. Walder fa anche parte dell’unità cybercrime della procura zurighese e ai nostri microfoni spiega: “Siamo di fronte ad una nuova tipologia di spacciatori. Conoscono le criptovalute e gli strumenti informatici. Per contrastarli abbiamo dovuto cambiare il nostro modo di lavorare”.
Ludovico Camposampiero, Mattia Pacella, Alberto Dagnino
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Droga su Internet: il primo studio in Svizzera
Addiction Suisse, organizzazione no-profit che si occupa di prevenzione, ha pubblicato alla fine del mese di novembre, in collaborazione con L’Ecole des Sciences Criminelles (ESC) dell’Università di Losanna, il primo studio in Svizzera sul traffico di droga in Internet. Questi sono alcuni dei risultati: la vendita di droghe illegali su Internet, si legge nello studio, per ora interessa solo poche persone e solo una parte molto piccola del mercato svizzero della droga. Ma il fenomeno tende a diffondersi; l'analisi dei dati scaricati da uno dei principali siti commerciali per stupefacenti del darknet (AlphaBay, attivo dalla fine del 2014 al luglio del 2017) ha mostrato che la Svizzera occupa in questo criptomercato uno spazio esiguo, ma - sottolinea la ricerca - non così piccolo in termini di vendite se si considera la grandezza del paese. Ben 57 account di venditori che dichiarano di situarsi nella Confederazione hanno infatti effettuato poco più di diecimila transazioni per un giro d'affari di circa 1,3 milioni di franchi su AlphaBay. L'85% di queste transazioni riguardava la vendita di sostanze stimolanti (cocaina, ecstasy, anfetamine), con quantità e prezzi vicini a quelli del mercato fisico. Si tratta di una parte infima del mercato degli stupefacenti elvetico, ma alcuni venditori realizzano vendite cospicue, fino a 30'000 dollari al mese. Un'analisi dei dati svizzeri del Global Drug Survey (GDS, il più grande sondaggio sui consumi di sostanze psicotrope legali e illegali a livello mondiale) mostra che l'acquisto di droghe sul web e sul dark web rimane limitato. La tendenza è però in aumento. Hascisc, marijuana e stimolanti sono i prodotti più richiesti dagli acquirenti svizzeri. Li ordinano sia localmente sia dall'estero, in particolare da Germania, Paesi Bassi, Regno Unito e Belgio. Si tratta di solito di piccole quantità. Maggiori informazioni: Addiction Suisse.
Droga svizzera sul darknet
Telegiornale 17.12.2018, 21:00