I due fratelli che s'erano battuti per impedire al maggiore di ricorrere al suicidio assistito, riuscendo in effetti a bloccare la procedura, hanno deciso di continuare la battaglia nei confronti di Exit. Hanno infatti inoltrato ricorso contro la scelta del ministero pubblico ginevrino di rinunciare a entrare in materia, essendo stata accantonata l'ipotesi dell'omissione di soccorso.
Secondo i congiunti, l'82enne era in buona salute e il suo desiderio di morire dipendeva unicamente da una temporanea depressione. A loro dire, l'associazione, sapendo che l'uomo era comunque intenzionato a compiere un atto estremo, avrebbe dovuto per lo meno proporgli un sostegno psicologico, ciò che non ha fatto.
L'interessato, visto che l'iter non era più ripreso, aveva posto fine ai suoi giorni autonomamente l'11 novembre 2016.
ATS/dg