Nonostante i divieti imposti per contrastare il diffondersi del coronavirus, in Svizzera ci sono ancora molti raggruppamenti? Le autorità federali, come avviene in altri paesi, ha chiesto a Swisscom di fornire alcuni dati. In pratica l’operatore di telefonia passerà all’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) informazioni se ci sono stati più di 20 telefonini nello spazio di 100 metri quadrati sul suolo pubblico.
"E’ la prima volta che riceviamo una richiesta del genere", ha spiegato Stefano Santinelli, delegato per la Svizzera italiana di Swisscom ai colleghi di Modem, "i dati sono al 100% anonimi, vecchi di 24 ore e non vengono usati per tracciare i movimenti. Non facciamo i detective, (…) è un’iniziativa di salute pubblica e i dati non possono essere usati per altri usi".
"E’ assolutamente comprensibile e anche auspicabile capire se queste misure (quelle di limitare i raggruppamenti, ndr) sono efficaci o no, chiaramente questo uso dei dati pone un problema di privacy", afferma da parte sua Fabrizio Gilardi professore di Scienze politiche all’Università di Zurigo. "Potenzialmente ci renderemo tutti conto del potenziale che le nuove tecnologie offrono per sorvegliare la popolazione", sottolinea.
La testimonianza di Gabriele Battaglia da Pechino
RSI Info 27.03.2020, 12:55
Una sorveglianza che per esempio in Cina, attraverso una serie di applicazioni, è estremamente capillare e dove la questione della privacy non viene neppure presa in considerazione: "Le applicazioni di controllo vengono fornite dalle tre telecom nazionali e dai due maggiori operatori di Information Technology (la casa che produce WeChat e Alibaba)", spiega Gabriele Battaglia giornalista che vive a Pechino. "Tutti questi operatori forniscono delle app che fondamentalmente ti tracciano e che ti dicono dove sei stato nelle ultime due settimane, che sono i tempi più o meno della quarantena. Così per esempio se devi entrare in casa di qualcuno o devi entrare in un condominio la prima cosa che ti fanno è scansionare il tuo codice QR e da lì puoi far vedere dove sei stato. L’efficacia di questi metodi è abbastanza comprovata". Ma oltre a ciò ci sono anche “tantissime altre app che ti dicono quali sono i casi di coronavirus vicino a te e che sfruttano la geolocalizzazioni”, conclude Battaglia.
Ci troveremo anche noi in questa situazione? "Difficile dirlo", afferma Gilardi, "come d’altronde, sottolinea era difficile solo in gennaio immaginare che ci saremmo ritrovati in una situazione di emergenza del genere".
Libertà, democrazia, epidemia
Modem 27.03.2020, 08:20