"La Svizzera su alcuni punti ha ottenuto quello che voleva, come nel caso dei cosiddetti aiuti di Stato" ma proprio perché in altri "non ha raggiunto gli obiettivi, capisco bene il Governo che vuole guadagnare tempo e sentire il parere delle parti coinvolte": a dirlo è Christa Tobler, professoressa di diritto europeo all'Università di Basilea, che ha letto con attenzione le 34 pagine in francese della bozza di accordo istituzionale che dovrebbe regolare le future relazioni fra la Confederazione e l'UE. "Non tutto è negativo", secondo il suo parere, "per alcuni un accordo del genere è improponibile, per altri forse no, ma almeno ora abbiamo un testo su cui discutere".
I punti critici erano la protezione dei salari e i diritti dei cittadini europei, in particolare per quanto riguarda l'aiuto sociale. Sul secondo tutto è rinviato, l'intesa non li esclude in modo esplicito, i pareri sono opposti "quindi dipenderà da cosa deciderà il comitato misto Svizzera-UE". Sul primo, invece, quella che i sindacati hanno già detto di ritenere inaccettabile "è una posizione intermedia tra lo stato attuale e le nuove direttive europee in materia di protezione dei salari. Si tratta un compromesso ed è una decisione politica se approvarlo o meno", afferma la professoressa Tobler.
Sulla ripresa dinamica del diritto europeo, con possibilità di referendum, la Svizzera perde sovranità? "Da punto di vista formale, no", secondo Tobler. Tuttavia "l'Unione Europea potrebbe adottare contromisure. Certo sarebbero provvedimenti non indolori per la Svizzera, ma dal punto di vista della libertà di scegliere non cambierebbe nulla."