L'Accordo istituzionale con l'Unione Europea, messo in consultazione venerdì dal Consiglio federale, comporta una smantellamento delle misure di accompagnamento. Si tratta di un'intesa inaccettabile per USS e Unia, che promettono battaglia. La famosa "linea rossa", che il governo aveva promesso di rispettare nei negoziati, è stata invece superata.
I partiti
Sulla stessa linea il PS, per il quale perlomeno la decisione del Governo di temporeggiare "è coerente". Sarà sostenuto solo un documento che garantisca la protezione dei salari.
Albert Rösti
Il testo non piace nemmeno all'UDC: il presidente democentrista Albert Rösti ritiene che il Governo avrebbe dovuto avere il coraggio di respingerlo e di dire a Bruxelles che sotto questa forma non ha nessuna possibilità di raggiungere il consenso sul piano interno. Punti indigesti: la ripresa del diritto europeo con sanzioni in caso di inosservanza, la questione del diritto all'aiuto sociale e la clausola ghigliottina che contiene.
Il PPD, dal canto suo, ribadisce il suo sostegno alla via bilaterale ma attende ancora chiarezza: esaminerà l'accordo a fondo, ma si aspetta che il Consiglio federale precisi su quali punti c'è margine di manovra per negoziare e su quali no, perché "solo così si potrà condurre un dibattito costruttivo".
Solo il PLR sembra soddisfatto e difende l'operato del Dipartimento degli affari esteri: il documento raggiunto dopo 5 anni è un successo di Ignazio Cassis, afferma, e la strada è spianata per la discussione interna in cui tutte le cerchie potranno soppesare vantaggi e svantaggi. Se il prezzo in termini di sovranità dovesse risultare troppo alto, il PLR respingerà l'accordo, precisa il comunicato.
L'economia
L'economia si rallegra della possibilità di discutere i contenuti del testo. Deve essere garantito e sviluppato l'accesso al mercato, scrive Economiesuisse, e va migliorata la sicurezza del diritto. La consultazione è sostenuta anche dall'Unione padronale, pronta a "risolvere i nodi della discordia" ma "preservando gli interessi delle imprese".
Bruxelles
Non poteva mancare anche la reazione dell'interlocutore della Svizzera, l'Unione Europea. Se da un lato c'è "rispetto per il desiderio elvetico di consultare tutte le parti in causa", il disappunto è evidente: si ricorda che il testo è definitivo, che ci si lavora da molto tempo ed è frutto di innumerevoli incontri.
RG delle 18.30 del 7 dicembre 2018: la reazione di Bruxelles nella corrispondenza di Tomas Miglierina
RSI Info 07.12.2018, 19:58
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La Commissione farà il punto martedì, anche sulla questione dell'equivalenza borsistica per Zurigo, che scade a fine anno e che potrebbe non essere prorogata, con danno per il mercato azionario elvetico (tanto che il Consiglio federale ha già preso misure). Intanto, però, critica la decisione elvetica, adottata pure questa venerdì dal Governo, di prolungare l'estensione delle misure di protezione riguardanti i lavoratori croati e puntualizza che si aspetta il via libera delle Camere federali al versamento del miliardo di coesione.