Svizzera

"Lassù per capire se c'è vita"

Il telescopio CHEOPS in orbita per studiare gli esopianeti. Daniele Piazza, ricercatore a Berna: “Ruolo di grande responsabilità per la Svizzera nella missione”

  • 18 dicembre 2019, 23:02
  • Ieri, 20:23
Il razzo con a bordo CHEOPS è decollata dalla Guyana Francese

Il razzo con a bordo CHEOPS è decollata dalla Guyana Francese

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Di: ludoC/TG 

Sta già orbitando attorno alla terra il primo satellite della storia sviluppato in Svizzera. Partito mercoledì mattina, Il telescopio CHEOPS apre una nuova era nello studio dei pianeti al di fuori del nostro sistema solare, ovvero gli esopianeti che sono valsi anche il premio Nobel della fisica ai due scienziati svizzeri Didier Queloz e Michel Mayor, che li hanno scoperti per primi nel 1995.

Qual è tuttavia lo scopo della missione? “Con CHEOPS vogliamo caratterizzare meglio questi pianeti che sono già stati scoperti dalla terra”, ci spiega Daniele Piazza, ingegnere dell’istituto di fisica dell’università di Berna, in collegamento da Kourou, in Guyana Francese, da dove è stato effettuato il lancio. “Da qui, di solito si riesce solo a stabilire il periodo, ovvero quanto dura l’anno di un pianeta, e la sua massa", continua il ricercatore, "con CHEOPS e un altro metodo di misurazione riusciremo anche a stabilire la densità e la grandezza di un pianeta, per poi determinare se si tratta di uno simile alla terra e quindi possibilmente atto a ospitare la vita”.

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Informazioni di questo genere, aggiunge Daniele Piazza, hanno uno scopo puramente scientifico: “Oggigiorno è impensabile pensare di potersi trasferire lì o poterli visitare. Non possiamo neanche osservali direttamente, tutti i metodi di misurazione sono indiretti: si misurano gli effetti che causano nel loro sistema e così si determinano le caratteristiche”.

La Svizzera, come detto, ha pure vinto un Nobel grazie a questi esopianeti che CHEOPS andrà a studiare. Qual è stato dunque il ruolo della Svizzera in questa missione? “Questa volta abbiamo un ruolo atipico e molta più responsabilità rispetto alle missioni a cui partecipiamo di solito. Abbiamo collaborato nel determinare e pianificare la missione, non solo a produrre lo strumento da mandare in orbita, e la Svizzera sarà anche responsabile per le operazioni scientifiche”.

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