Ignazio Cassis occuperà il Dipartimento degli esteri dell’uscente consigliere federale Didier Burkhalter. Al nuovo ministro spetterà il compito riprendere i dossier ancora aperti con l’UE. In questo ambito c’è la questione del contributo elvetico alla coesione europea: vedremo se sarà risolta prima dell’entrata in carica del nuovo capo Dipartimento, magari già nei prossimi giorni, oppure no. Alcuni, sulla piazza finanziaria elvetica, hanno suggerito di condizionare un altro esborso verso i nuovi paesi UE al riconoscimento dell’equivalenza tra misure elvetiche ed europee in campo di prodotti finanziari, precondizione perché questi prodotti possano continuare ad essere venduti nell’UE. Non è detto però che questa sia davvero una buona idea, perché la Svizzera per prima in passato ha sempre dichiarato che quel contributo è volontario e non il prezzo di qualcos’altro.
L'accordo istituzionale...
Un altro dossier importante riguarda l’accordo istituzionale, un vero e proprio cantiere, perché da esso dipende l’evoluzione futura della via bilaterale dei rapporti con l’UE. A livello tecnico il lavoro è in corso, soprattutto sulla questione del ruolo della Corte di giustizia nelle controversie tra Svizzera ed Unione. Poco trapela, e si tratta di questioni molto tecniche, difficili da riassumere qui in poche righe, quello che possiamo dire però è che di certo non saranno i tecnici, ma il popolo, ad avere l’ultima parola e di certo non sarà un dossier che verrà chiuso a breve.
Clima di relativa calma
Questioni importanti che verranno trattate nel quadro di un momento di relativa distensione costruttiva tra le parti: a fine luglio si è sbloccata la questione degli ostacoli tecnici al commercio, che era uno dei dossier su cui l’Unione aveva bloccato tutto in buona sostanza come ritorsione al voto del 9 febbraio sulla libera circolazione. Si sono fatti progressi su altri dossier, come la partecipazione al mercato europeo delle emissioni di anidride carbonica. Sull’emergenza migranti il ruolo della Svizzera è stato molto costruttivo. Su questi temi anche globali: dall’emigrazione, ai cambiamenti climatici, alla stabilità dell’Africa, la Svizzera, sfruttando anche la propria autonomia, in pù di un caso fa degli assist alla politica dell'Unione e questo permette – anche quando la relazione bilaterale è un po' tesa – di ricordare che siamo comunque dei partner e non delle parti in conflitto.
Tomas Miglierina