La campagna contro l’HIV "Love Life – Nessun rimpianto", lanciata dall’'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) nel maggio 2014, secondo il Tribunale federale non ha esposto bambini e giovani a immagini erotiche e sessuali eccessive: è stato così rigettato il ricorso di 35 bambini e adolescenti rappresentati dai loro genitori, secondo cui la campagna era lesiva dei diritti dei minori.
RG 12.30 del 04.07.18 - La corrispondenza di Roberto Scolla
RSI Info 04.07.2018, 14:05
Contro la campagna di prevenzione dell'UFSP si scagliarono politici nazionali ma anche gruppi di cittadini. Una decina di genitori, quali rappresentanti di 35 ragazzi di età compresa fra i 4 e i 17 anni, decisero di andare in tribunale per tentare di bloccarla. Essi affermavano che quelle immagini ledevano i diritti dei giovani perché avevano un influsso negativo sulla loro educazione e il loro sviluppo sessuale.
Ma quelle foto e quelle scene non sono pornografia, ha detto mercoledì il TF, e non rappresentano esplicitamente pratiche sessuali da cui i giovani devono essere protetti perché dannose. Esse mostrano solo degli incontri tra persone, coppie in situazioni intime, che si baciano, che ridono e i cui visi esprimono piacere. Ma non si tratta di rapporti sessuali espliciti, con inquadrature degli organi riproduttivi. E non c'è nemmeno mercificazione del sesso. C'è invece una messa in guardia, un invito alla responsabilità. Tanto più che in luoghi pubblici già oggi i giovani sono confrontati con immagini e scene ben più erotiche e sessualmente esplicite. Una situazione che i giovani possono imparare a gestire, concludono i giudici di Losanna, solo con un'educazione appropriata fornita dai genitori o dalla scuola.
ATS/RG/Bleff