Sessant’anni di Unione europea: 60 anni di relazioni tra la Svizzera e quella che potremmo chiamare la "casa comune europea". Roberto Porta, della redazione del Radiogiornale, ha ripercorso questo cammino - tra accordi e disaccordi - con il professor Dieter Freiburghaus, autore di diversi volumi sul tema.
"I sei Paesi che 60 anni fondarono la Comunità economica europea - Germania, Francia, Italia e il Benelux - erano usciti indeboliti dalla Seconda guerra mondiale e volevano lasciarsi alle spalle i disastri dei loro nazionalismi. La Svizzera era in un situazione totalmente diversa, stava relativamente meglio. Per questo a Berna non si vedevano motivi per pensare ad aderire ad un'organizzazione sovranazionale".
Il primo passo, la prima intesa tra Svizzera e quella che oggi chiamiamo Unione europea porta la data del 1972, con l'accordo di libero scambio, che aprì una stagione di buoni rapporti con l'UE…
"Per la Svizzera fu un passo molto ben accolto, visto che si volevano facilitare gli scambi commerciali. Berna di fatto non chiedeva nulla di più che un accordo di questo tipo"
Successe però - professor Freiburghaus - che altri Paesi in quel momento non membri dell'UE, come l'Austria, la Svezia o la Finlandia, negli anni Ottanta del secolo scorso chiesero di negoziare una nuova forma di cooperazione con l'Unione, che verrà chiamata Spazio Economico europeo…
"La Svizzera era molto scettica, ma visto che altri Paesi dell'AELS si stavano muovendo per accrescere le loro possibilità di partecipazione al mercato unico, Berna dovette fare la stessa cosa e iniziare questi negoziati".
Ci fu poi il no popolare del 1992 che gelò il rapporto con l'UE. In alternativa allo Spazio economico si giunse agli accordi bilaterali, approvati questa volta dal popolo, era il 2000.
"Guardi un po' cosa successe, ben il 67% della popolazione disse sì al primo pacchetto di bilaterali. C'era allora un clima politico diverso da oggi, in favore dell'Europa".
Negli anni successivi vennero siglati altri accordi ma ci fu soprattutto il sì popolare del 2014 all’iniziativa contro l’immigrazione di massa. Ora per questa iniziativa c'è una legge di applicazione, contestata, ma pur sempre varata dal Parlamento. C'è però anche l'altro grande nodo, quello dell'accordo istituzionale. Tema politicamente delicato, perché implica una rimessa in discussione della nostra sovranità nazionale. Professor Freiburghaus, si arriverà mai ad un accordo di questo tipo?
"Probabilmente avremo bisogno di una sorta di valle delle lacrime, di un forte rallentamento economico. Ma fino a quando la nostra economia andrà bene non si troverà nessuna soluzione".
Radiorgiornale/Red.MM
Dal TG20:
60 anni di rapporti tra Svizzera e UE
Telegiornale 25.03.2017, 21:00