Svizzera

Luci e ombre sui finanziamenti della politica

Per la prima volta, alle Federali, i partiti sono tenuti a dichiarare budget e donazioni per la campagna - Il politologo: "I candidati hanno parecchie opzioni per sfuggire al controllo"

  • 15 luglio 2023, 07:30
  • 15 settembre 2023, 11:51
L'UDC di Marco Chiesa è il partito con il budget più elevato

L'UDC di Marco Chiesa è il partito con il budget più elevato

  • Keystone
Di: Stefano Pianca

"Un milionario che vuole spingere con discrezione un proprio candidato? Ci sono forme di finanziamento della campagna elettorale che possono sfuggire ai controlli e alle attuali normative…”, fa notare Oscar Mazzoleni, professore di scienze politiche all’Università di Losanna (UNIL).

Quelle in programma il prossimo 22 ottobre si annunciano, sulla carta, come le Elezioni federali più cristalline di sempre. Ma forse non abbastanza. Per la prima volta i partiti saranno infatti obbligati a svelare quanto spenderanno per uscire vincenti dall’appuntamento alle urne. Dal primo gennaio 2023 è entrata in vigore l’Ordinanza sulla trasparenza nel finanziamento della politica (OFiPo) che, per la parte che riguarda il finanziamento delle campagne elettorali, impone alle forze in campo di comunicare i budget superiori ai 50'000 franchi e le donazioni superiori ai 15'000 franchi con il nome dei donatori, 45 giorni prima del voto. Entro il 7 settembre gli addetti alle campagne dovranno pertanto trasmettere questi dati al Controllo federale delle finanze (CDF).

I partiti dichiarano 13,1 milioni

In anticipo sulla scadenza i partiti nazionali hanno cominciato, sollecitati anche dai media, a far filtrare le loro intenzioni di spesa. Non ha potuto sottrarsi nemmeno l’UDC, i cui montanti di campagna hanno suscitato speculazioni in passato. Nella cornice del San Gottardo, giovedì, è stato fatto il passo: per le Federali la spesa sarà di almeno 4,5 milioni di franchi, almeno, perché altre elargizioni sono attese da qui al voto (il budget finale potrebbe situarsi così tra i 5 e i 6 milioni).

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Per il primo partito svizzero significa avere una disponibilità di mezzi largamente superiore ai rivali. L’UDC spenderà da due a quattro volte di più degli altri partiti. Seguono infatti, in base a quanto pubblicato dal "Tages Anzeiger", il PLR, in seconda posizione con 2,5 milioni di budget; il Centro è terzo con 2 milioni. Fuori dal podio i Verdi (1,6 milioni), il PS (1,5 milioni) e i Verdi Liberali (PVL), che chiudono con 1 milione.

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Il cantiere della trasparenza

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La somma complessiva per i sei partiti è, sulla base di queste cifre parziali, di 13,1 milioni e si tratta, è bene precisarlo, di una cifra che comprende unicamente la campagna nazionale. Le sezioni cantonali e i candidati stessi metteranno infatti mano al portafoglio, quello proprio o/e dei sostenitori. Alla resa dei conti i milioni spesi per conquistare un seggio al Nazionale o agli Stati saranno di più.

I 37 milioni spesi nel 2019 dai candidati

Molti di più. Volgendo lo sguardo al recente passato, quando ancora la norma sulla trasparenza non esisteva, un quadro sulle spese elettorali dei candidati è contenuto nella pubblicazione "Elezioni federali 2019", realizzata dallo Studio elettorale svizzero (Selects) promosso dal Centro di competenza svizzero in scienze sociali (FORS). In base all’autodichiarazione di un campione di candidati al Consiglio nazionale risulta che quattro anni fa furono spesi 37,4 milioni di franchi, una somma del 29% superiore a quella del 2015.

"Di questa cifra - sottolinea il documento - circa 8,5 milioni sono stati spesi dai candidati del PLR, 4,6 da quelli dell’UDC, 4,4 milioni da quelli del PS, 4,2 milioni da quelli del PPD, 2,2, milioni da quelli dei Verdi e circa 2 milioni dai candidati del PVL. I rimanenti 9,8 milioni si suddividono sui candidati dei partiti minori".

Ecco perché, sulla base anche di questi dati, il politologo Oscar Mazzoleni ridimensiona l’efficacia delle nuove normative sulla trasparenza. "Focalizzarsi sulle cifre dichiarate dai partiti è parziale - spiega il politologo -. Si trascura il fatto che i protagonisti di una campagna elettorale non sono solo i partiti, ma anche i singoli candidati. Lo dimostra anche il peso che nel risultato finale hanno i voti personali e quelli di panachage".

Anche per questo il calcolo sulla forza finanziaria di un partito risulta più sfuggente di un’anguilla. Con l’autodichiarazione lo studio di Selects ha cercato di tracciare un quadro il più preciso possibile. "Ma poi le opzioni a disposizione dei candidati per sfuggire a un controllo sono parecchie", dice Mazzoleni. Lasciando intendere che non saranno le nuove normative sulla trasparenza a rendere più scoperto il gioco. "Ci sono tante forme per finanziare una campagna. Un milionario potrebbe, aggirando la donazione, farsi direttamente carico dei costi tipografici dei manifesti…".

Lo spauracchio della multa

Almeno sulla carta la nuova Ordinanza sembra premere sulla via della trasparenza fissando alcuni paletti su cui è chiamato a vigilare lo stesso CDF. "Gli attori politici non possono accettare donazioni anonime", si legge sul sito dell’Ufficio federale di giustizia. E ancora: "Gli attori politici non possono accettare donazioni provenienti dall’estero". Una multa fino a 40'000 franchi è prevista in caso di violazione dell’obbligo di dichiarazione o delle infrazioni citate qui sopra.

quadro generale voto

Il barometro elettorale della SSR ad inizio luglio

  • RSI

L’impatto sull’opinione pubblica delle cifre spese resta difficilmente misurabile. Fermo restando l’assunto generale, ricordato anche da Mazzoleni, che "non c’è ovviamente automatismo tra il successo elettorale e la quantità di soldi a disposizione". Che soldi a disposizione e successo elettorale non siano perfettamente sovrapponibili lo mostra, del resto, l’ultimo barometro elettorale della SSR che, ad inizio luglio, collocava in testa alle intenzioni di voto l’UDC con il 27,1 %, seguita da PS (17,8), PLR (14.6%), Alleanza del Centro (14,3%), Verdi (10,2%) e Verdi liberali (8,3). Certo la “spendacciona” UDC è saldamente al comando anche nella previsione elettorale, ma gli "sparagnini" socialisti, al secondo posto, non sembrano patire il fatto di essere penultimi per budget.

Il secondo barometro elettorale SSR

Telegiornale 05.07.2023, 20:00

Paganini dichiara, gli altri non ripetono

La trasparenza potrebbe invece trasformarsi in eco mediatica, come si è visto con il milione di franchi che i Verdi hanno annunciato di aver ricevuto in dono da Carmita Burkard Kroeber, 62 anni, ereditiera della famiglia di industriali che ha fondato la Sika, multinazionale nel ramo dei materiali di costruzione. Alla politica ambientalista la donatrice è infatti attaccata come le famose colle prodotte dell’azienda.

Da oltre vent’anni è membro dei Verdi ed è stata anche candidata a livello regionale. "Con questo milione raddoppiamo il nostro budget di campagna”, ha dichiarato alla NZZ am Sonntag il presidente dei Verdi Balthasar Glättli. Il partito intende finanziare un’app che mira a un maggior coinvolgimento dei sostenitori. Avanzerà probabilmente qualche soldo.

Nel frattempo sul sito del Controllo federale delle finanze (CDF) sono apparsi i primi, timidi, annunci di donazioni dei partiti a livello locale. Tra le persone giuridiche si scopre che la sezione giurassiana del Centro dichiara un budget di 70'000 franchi, di cui 55'000 in fondi propri e il resto in donazioni. A Zugo il Centro fissa il proprio budget a 200'000 franchi. Tra le persone fisiche figura un solo nome, quello del consigliere nazionale del Centro di San Gallo, Nicolò Paganini, che dichiara 54'000 franchi. Altri non hanno ripetuto, finora.

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