Svizzera

"Mai più sotto l’1,20"

Tre anni fa la BNS introduceva la soglia minima di cambio fra euro e franco svizzero

  • 6 settembre 2014, 11:42
  • 6 giugno 2023, 22:18
Provvedimenti contro il franco forte

Provvedimenti contro il franco forte

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Era il 6 settembre del 2011. L’allora presidente della Banca nazionale svizzera (BNS), Philipp Hildebrand, annunciò con toni solenni, nel corso di una conferenza stampa, la decisione di fissare il tasso di cambio minimo euro-franco sulla soglia dell’1,20, per ridurre la forza dirompente della moneta elvetica.

“In Svizzera guadagniamo un franco su due all’estero. Una valuta troppo forte significa rischio di recessione e deflazione”, dichiarò Hildebrand.

Dal telegiornale del 6 settembre 2011

La decisione della BNS venne presa a seguito della costante perdita di terreno della moneta unica nei confronti del franco: il cambio continuava a scivolare fino a toccare ad agosto del 2011 la sostanziale parità (1,04). Per alcuni, tuttavia, il cambio a 1,20 era ancora troppo basso e non rispecchiava l'economia reale.

E a tre anni di distanza non mancano le voci critiche nei confronti della decisione della banca centrale. Oswald Grübel ha dichiarato pochi giorni fa che ormai gli svizzeri nel portamonete hanno euro e che sono diventati più poveri del 20%. Secondo l’ex numero uno di UBS, il fatto di essersi agganciati alla moneta UE ha indebolito quella elvetica. Le aziende della Confederazione si sarebbero subito adattate ad un euro debole, soprattutto per quanto riguarda le esportazioni, sostiene lo specialista.

LudoC.

Dal TG12.30:

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