Svizzera

Maschio alfa VS donna ticinese

Corsa al Governo, parlano Elisabeth Kopp al ritorno sulla scena e Pascal Couchepin, il "papà politico" di Pierre Maudet

  • 3 settembre 2017, 17:15
  • 23 novembre, 04:25
Visioni a confronto tra ex ministri PLR su chi il 20 settembre dovrà avere un posto nella sala del Consiglio federale

Visioni a confronto tra ex ministri PLR su chi il 20 settembre dovrà avere un posto nella sala del Consiglio federale

  • Keystone

"Conosco Pierre Maudet da molto tempo, è una persona che apprezzo parecchio, nel 2005 l'avevo nominato presidente della Commissione federale per la gioventù e il suo lavoro l'aveva svolto veramente bene. ... tutto questo però non fa di me suo padre...". Pascal Couchepin, ai microfoni RSI, un po' si nasconde. In molti lo indicano come il grande sponsor politico del giovane candidato ginevrino al Consiglio federale. Le affinità fra i due (39 anni l'uno, 75 anni l'altro) non mancano. A cominciare dall'etichetta di "maschio alfa" che entrambi si sono visti cucire addosso. "Anch'io, a suo tempo, ero stato qualificato così ... mi si dava del maschio alfa. Allora ho cercato di capire cosa significasse. L'alfa si propone agli altri con una certa forza o imponenza. Ma sa, anche dietro alle persone dall'aspetto mansueto possono celarsi quelle dominanti..." riconosce sornione il vallesano in carica dal 1998 al 2009.

Elisabeth Kopp e Pascal Couchepin a colloquio con Kaspar Villiger e Hans-Rudolf Merz

Elisabeth Kopp e Pascal Couchepin a colloquio con Kaspar Villiger e Hans-Rudolf Merz

  • RSI/LuB

"Una donna liberale-radicale, proveniente dal Ticino"

Sabato Pascal Couchepin è stato tra i principali mattatori della festa PLR tenutasi sabato ad Auvernier. Un appuntamento che ha visto Elisabeth Kopp riconciliarsi con il proprio partito dopo quasi 30 anni. La prima consigliera federale nel 1984 (e la prima a dimettersi nel 1989), intervistata dal Radiogiornale, non nasconde che avrebbe preferito un esito diverso del processo di selezione dei candidati ufficiali liberali-radicali. "La candidata ideale sarebbe una donna, liberal-radicale, proveniente dal Ticino. Così avremmo sia il panino sia il soldino", rileva la 81enne zurighese che continua a battersi per un'equa rappresentanza femminile in tutti i consessi. Non per una questione di giustizia, ma poiché "La mia lunga militanza politica a tutti i livelli mi ha insegnato che le donne, visto il loro diverso bagaglio di esperienze, mettono altrove le priorità rispetto agli uomini". Una posizione che porta Elisabeth Kopp a dare la propria preferenza alla vodese Isabelle Moret: "Prima di tutto cercherei di conoscerla meglio per farmi un’idea personale della candidata; poi, a pari qualità, le darei sicuramente la precedenza", con buona pace per le aspirazioni della Svizzera italiana.

La tripla candidatura

La scelta del ticket a tre fatta venerdì dal gruppo parlamentare, non è stata accolta con grande entusiasmo da entrambi gli ex consiglieri federali PLR. "Per principio ritengo che a decidere debba essere il partito, avrei quindi preferito un ticket a due... e questo lo dico senza nulla togliere a nessuno dei tre candidati... La decisione presa ieri è stata tattica, una decisione - è stato detto - dettata dalle qualità delle persone. Non si è voluto escludere nessuno per non commettere errori politici. Lo posso capire, ma mi auguro che resti un'eccezione" afferma Pascal Couchepin. Sulla questione Elisabeth Kopp nota invece come "Il partito propone per lo meno un’ampia scelta di candidati. E al momento, mi pare che l’esito della corsa al seggio in Consiglio federale sia ancora molto aperto. Naturalmente seguirò con grande attenzione anche queste elezioni".

Couchepin: "non faccio pronostici", ma Cassis "ha buone possibilità"

Nelle scorse settimane si è molto parlato di rappresentatività regionale e di questione di genere, oggi invece si giustifica la scelta parlando di personalità e di temi, facciamo notare al vallesano Pascal Couchepin, eletto in rappresentanza della Svizzera latina al momento delle dimissioni del vodese Jean-Pascal Delamuraz. "Sono aspetti che non vanno dissociati: non si può pensare alla politica svizzera senza considerare le diverse regioni, non si può pensare al lavoro del Consiglio federale senza considerare la qualità delle persone. Il Parlamento deciderà se dare la priorità alla necessità di rispettare le regioni, alle qualità personali o ad altri criteri. A fare la differenza potrebbe veramente essere una manciata di voti. Io non sono qui per dare consigli... e nemmeno per fare pronostici, d'altronde impossibili".

Ma è giunto il momento del Ticino?, gli chiediamo. E il ticket a tre potrebbe favorire Ignazio Cassis? "Ticket a due o a tre, Cassis ci sarebbe stato... e questo significa che ha buone possibilità - afferma l'ex ministro dell'interno e dell'economia -. Ciò detto anche il Vallese, per esempio, ha aspettato tanto prima di avere un suo consigliere federale… bisogna tener conto delle regioni, certo, e bisogna anche avere il candidato giusto al momento giusto, ma in fondo si elegge un consigliere federale che rappresenta la Svizzera intera".

Elisabeth Kopp: la grande sfida sarà la revisione dell'AVS

Chiunque sarà eletto dall'Assemblea federale il 20 settembre, il nuovo consigliere federale si troverà sul tavolo almeno due dossier altamente spinosi: la questione europea e la previdenza vecchiaia. Due questioni d'attualità già negli anni Ottanta, quando Elisabeth Kopp quando sedeva in Governo e reggeva il Dipartimento di giustizia e polizia. "In primo piano ci sarà probabilmente la revisione dell’assicurazione per la vecchiaia e per i superstiti. La popolazione svizzera invecchia sempre di più e il divario tra il numero di persone anziane e di giovani continua ad aumentare. Ed è proprio per questo motivo che, secondo me, questo dossier è prioritario", sottolinea la politica liberale-radicale. Il 2 ottobre 1984 entro in Consiglio federale al primo scrutinio con 124 voti. A 33 anni di distanza da quel giorno, si sente di dare un solo consiglio a chi sarà chiamato a far parte del Governo il 20 settembre. "Rifacendomi a una famosa frase di Kennedy, consiglierei a chi succederà a Didier Burkhalter: non chiederti cosa il tuo Paese può fare per te, ma di chiederti cosa puoi fare tu per il tuo Paese".

Diem/Luca Beti

Dalla radio

  • RG 18.30 del 02.09.17: l'intervista a Pascal Couchepin di Luca Beti

    RSI Info 03.09.2017, 16:50

  • RG 12.30 del 03.09.17: l'intervista a Elisabeth Kopp di Luca Beti

    RSI Info 03.09.2017, 16:48

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