Svizzera

Maurer e "l'identikit" di chi gli succederà

"Vorrei un consigliere federale del popolo e non delle élite politiche", afferma Marco Chiesa, auspicando che il Dipartimento delle finanze possa "rimanere in capo all'UDC"

  • 21 ottobre 2022, 08:00
  • 20 novembre, 14:41
Intervista a tutto campo al presidente dell'UDC svizzera sulla successione a Maurer in Consiglio federale

Intervista a tutto campo al presidente dell'UDC svizzera sulla successione a Maurer in Consiglio federale

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Di: Alex Ricordi 

Si fa sempre più intensa la corsa in casa UDC per la successione in Governo a Ueli Maurer. Sono finora cinque le personalità del partito che si sono fatte avanti (Albert Rösti, Werner Salzmann, Heinz Tännler, Michele Blöchliger e Hans-Ueli Vogt), mentre scade proprio oggi, venerdì, il termine indicato alle sezioni cantonali per l'inoltro delle candidature alla commissione "cerca". Sarà quest'ultima a formulare le sue raccomandazioni e a sottoporle al gruppo parlamentare del partito, che avrà quindi l'ultima parola. La candidatura o le candidature ufficiali del partito saranno quindi comunicate il 18 novembre.

L'eredità di Maurer

È quindi ancora piuttosto articolato il percorso che condurrà alla definizione finale delle candidature. Ma intanto, volendo tracciare una sorta di "identikit", ci si può chiedere quali dovrebbero essere, nell'ottica UDC, le qualità e capacità necessarie per chi assumerà il seggio lasciato da Maurer. Quali le caratteristiche, potremmo dire imprescindibili? Una domanda che giriamo direttamente al presidente dell'UDC svizzera.

"Io direi leadership, determinazione e resilienza", ci risponde quindi Marco Chiesa. "Senza leadership non è possibile dirigere un dipartimento", perché a quel punto a dirigere "sarebbero i funzionari". Inoltre, aggiunge, senza determinazione si finirebbe "ben presto in balia degli eventi" e senza resilienza non sarebbe possibile "resistere alle pressioni". Ovviamente si tratta, riconosce Chiesa, di qualità fuori dal comune. Ma "d'altronde stiamo scegliendo un consigliere federale, che ha dei compiti non certo semplici".

Ueli Maurer, prima a capo del Dipartimento della difesa e poi di quello delle finanze, lascerà a fine anno le funzioni di consigliere federale

Ueli Maurer, prima a capo del Dipartimento della difesa e poi di quello delle finanze, lascerà a fine anno le funzioni di consigliere federale

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Dopo ben 14 anni nell'Esecutivo, e la direzione di due dipartimenti, Maurer lascia in ogni caso un'eredità di peso. Quali tratti del suo stile, e del suo approccio alla politica, dovrebbero in una qualche misura essere mutuati da chi gli succederà? Maurer
"è stato un consigliere federale vicino alla gente e per la gente", sottolinea Chiesa, aggiungendo di ritenere che abbia maturato questa "facilità di contatto" in anni di politica e anche nel suo ruolo di presidente del partito (fra il 1996 e il 2008). "Vorrei un consigliere federale del popolo e non delle élite politiche; e in questo senso Maurer è stato un maestro", afferma quindi il consigliere agli Stati ticinese, rammentando che "nel suo ultimo discorso alla festa di lotta svizzera" il 71enne ha "detto chiaramente che il popolo è sovrano e che non deve esistere la paura di esprimere le proprie idee". È stato quindi "un consigliere federale molto coraggioso".

Di collegialità e dipartimenti

Ma è pur vero, osserviamo, che in talune occasioni Maurer si è distinto anche per essersi preso qualche libertà rispetto alla collegialità che si s'impone in Consiglio federale... Chiesa replica però che Maurer, nel suo ruolo di ministro, "ha difeso coerentemente le decisioni collegiali del Governo. È stato invece "il signor Ueli Maurer", con le sue convinzioni personali, a non aver talvolta potuto "concordare con la linea della maggioranza" dell'Esecutivo. Questo, però,"non ha certo messo in pericolo le nostre istituzioni". D'altronde, chiedergli di "sostenere con il cuore un accordo istituzionale con l'UE, o una Strategia energetica 2050, sarebbe stato fin troppo domandare", sottolinea Chiesa, citando due dossier che, notoriamente, suscitano la netta avversione dei democentristi.

Dalla TV

Dopo l'elezione, in programma per il 7 dicembre, i consiglieri federali potrebbero anche concordare una nuova ripartizione dei dipartimenti. Quanto è allora importante per l'UDC mantenere "in casa" quello delle finanze, che Maurer ha diretto negli ultimi 6 anni ? "Bella domanda", osserva Marco Chiesa, ricordando che la ripartizione è di stretta pertinenza dei ministri, ma auspicando anche che "le finanze possano rimanere in capo all'UDC". Maurer, aggiunge, "ha sempre pensato che i conti in ordine fossero oggettivamente la miglior garanzia per il futuro del Paese. E mi chiedo anche come dargli torto, poiché sappiamo che la nazioni sovraindebitate non sono più indipendenti e sovrane, ma si devono sottomettere ai poteri forti. Al di là della questione dei partiti, Chiesa auspica che il prossimo titolare del DFF abbia comunque "lo stesso obiettivo di Maurer, ossia mantenere i conti in ordine per non dover presentare la fattura alle prossime generazioni".

La questione di Zurigo

Intanto resta concreta la possibilità che il rinnovato Esecutivo non comprenda più, con l'uscita di Maurer, un rappresentante del canton Zurigo. La prospettiva fa discutere perché sarebbe la seconda volta in tutta la storia dello Stato federale. "Io posso assicurare che nel partito non si ragiona in termini di cantone" ma che "cerchiamo la personalità migliore per poter svolgere questo compito", commenta Chiesa, precisando che "a Zurigo ci sono dei politici estremamente validi che potrebbero anche assumersi" questa responsabilità, ma che poi a entrare in gioco sono anche valutazioni personali, professionali, famigliari. Di qui, le rinunce. "Mi spiace, ma lo posso umanamente capire. D'altronde sono uomini e donne come tutti noi. E mi fermo qui: non penso alla 'questione' Zurigo e non penso alla necessità o all'obbligo di avere un rappresentante di questo cantone", conclude il consigliere agli Stati.

Il canton Zurigo senza più un suo rappresentante in Governo? Una possibilità che continua a far discutere

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Per Marco Chiesa, anzi, ciò può riflettere il fatto che l'UDC sia diventata negli anni un partito più diffuso e articolato proprio al di fuori della realtà zurighese. "In effetti è da un po' di tempo che non sentivo più parlare della dicotomia di Zurigo contro il resto della Svizzera. E mi permetto di dire che la mia presidenza ha un po' smorzato questo stereotipo", osserva, sottolineando di aver "voluto fortemente mettere in evidenza dei consiglieri nazionali, dei consiglieri agli Stati di tutti i cantoni in tutte le nostre battaglie, anche a scapito di una presenza continua e incessante da parte mia nei media". Ma ciò, aggiunge, ha certo favorito in casa UDC "la crescita di molti politici giovani e competenti in diversi cantoni".

Focus su "libertà e sicurezza"

Tornando infine alle aspettative dell'UDC, su quali temi e dossier dovrà mostrarsi particolarmente profilato chi succederà a Maurer? "Libertà e sicurezza sono i due valori che intendiamo rappresentare in Governo", risponde Chiesa. "Vogliamo rimanere un Paese indipendente, dove il cittadino possa e debba avere l'ultima parola. D'altro canto vogliamo lavorare anche per garantire le migliori condizioni quadro per sviluppare la nostra economia". Il presidente dell'UDC svizzera si aspetta però in primo luogo che chi succederà a Maurer "contribuisca a dare una risposta alla crisi energetica che incombe". La Strategia energetica 2050, afferma, "è fallita e dobbiamo ritornare al pragmatismo svizzero, abbandonando le utopie che sono dettate dall'ideologia".

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