Svizzera

Medio Oriente, “la Svizzera sia mediatore”

Il mondo della politica svizzera chiede alla Confederazione di assumere un ruolo diplomatico nella crisi, profilandosi anche nei confronti di Teheran

  • 15 aprile, 19:11
  • 16 aprile, 11:31
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Svizzera possibile mediatrice in Medio Oriente

SEIDISERA 15.04.2024, 18:39

  • Reuters
Di: SEIDISERA/sdr 

La condanna con fermezza da parte della Svizzera agli attacchi coordinati dell’Iran ai danni di Israele è arrivata, come l’invito del Dipartimento Affari Esteri a tutte le parti in gioco a dar prova di moderazione facendo cessare immediatamente la spirale di violenza. Ai giornalisti di RTS, il Dipartimento specifica che la Svizzera, a differenza della Francia, non invita proattivamente a rientrare i viaggiatori elvetici, che sono almeno 80 in Israele e 60 in Iran. La stessa cosa vale per i 28’000 cittadini svizzeri o dalla doppia nazionalità che abitano in Israele e i 180 domiciliati in Iran. Niente partenze organizzate, dunque, ma un consiglio: informarsi regolarmente sui collegamenti aerei che rischiano di essere ridotti nel caso in cui la situazione dovesse peggiorare.

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Il ruolo della Svizzera

Telegiornale 15.04.2024, 20:00

Per Franz Grüter, consigliere nazionale UDC, però, l’impegno elvetico deve in ogni caso andare ben oltre. Il lucernese, membro della Commissione politica estera, parla di un nuovo livello di violenza che potrebbe dare il via a un conflitto ancora più ampio. “È difficile aiutare in maniera diretta - dice - ma penso che bisognerebbe comunque tentare di percorrere la via diplomatica. La Svizzera potrebbe, tramite i buoni uffici, offrire colloqui, negoziati, una mediazione”. In questo senso Grüter evoca il concetto della “diplomazia della navetta”. L’abbiamo visto nel conflitto tra Egitto e Israele, spiega ancora: “Gli Stati Uniti con Henry Kissinger hanno smorzato le tensioni con grande successo - ribadisce Grüter - non facendo sedere allo stesso tavolo le due parti in conflitto, bensì volando in un paese e nell’altro. Questa è probabilmente l’unica via che adesso si possa proporre. Penso che la Svizzera sarebbe in questo senso accettata da entrambe le parti, viste le buone relazioni che ha con i due paesi.

Anche il socialista zurighese Fabian Molina, pure lui membro della Commissione, ritiene insufficiente il contributo svizzero. “Tutti coloro che possono accedere a Israele o all’Iran - chiosa Molina - devono fare di tutto per evitare un’ulteriore escalation. La Svizzera dispone di un accesso migliore di molti altri grazie al suo mandato di potenza protettrice. Dal 1980 Berna rappresenta infatti gli interessi degli Stati Uniti in Iran, consentendo ai due paesi di mantenere un minimo di relazioni diplomatiche. Il Consiglio federale sottolinea sempre l’importanza di questo mandato, di cui io personalmente dubito. Ora dimostri di poter avere un certo impatto”. Il Governo, prosegue Molina, deve poi profilarsi chiaramente nei confronti di Teheran. “Sintomatico, dice, che negli scorsi anni la Svizzera non si sia mai associata alle sanzioni dell’Unione europea”. Nel frattempo, almeno stando alle agenzie di stampa, gli Stati Uniti nelle scorse ore sarebbero rimasti in contatto con l’Iran proprio grazie a una serie di comunicazioni dirette trasmesse dalla Svizzera.
                

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