Il tasso di disoccupazione è sceso, leggermente, al 3,6% a febbraio, dopo aver raggiunto il 3,7% a gennaio. In un anno, la disoccupazione ha colpito 50'131 persone in più, il che corrisponde a un aumento del 42,5%. Nel febbraio 2020, prima dello scoppio della crisi del coronavirus, il tasso di disoccupazione in Svizzera si attestava attorno al 2,5%. A livello regionale, in Ticino il tasso dei senza lavoro è passato, tra gennaio e febbraio, dal 4,1 al 4%; con una diminuzione di 0,1 punti percentuali. Nei Grigioni, tasso invariato al 2%, nel medesimo periodo considerato.
Secondo la segreteria di Stato all'economia (SECO), il numero totale di persone in cerca di lavoro registrate alla fine dello scorso mese era di 259'735 ovvero 1'764 in meno rispetto a gennaio, stando alle cifre pubblicate oggi, lunedì.
In Svizzera, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, ci sono 69'336 persone in più in cerca di lavoro, un aumento del 36,4%. La disoccupazione giovanile (15-24 anni) nel mese in rassegna è scesa del 2,5%, interessando 17'328 persone (438 in meno). Rispetto all'anno precedente, vi però stato un aumento di 5'208 giovani in cerca di occupazione (+43%). Il numero di disoccupati tra i 50 e i 64 anni è diminuito dello 0,5% a 47'288. In un anno, il loro numero è però cresciuto del 41,5%.
Il numero di posti vacanti annunciato a febbraio è aumentato di 5'737 a 38'678, di cui 26'143 erano soggetti all'obbligo di annuncio.
Nel dicembre 2020, il lavoro a orario ridotto è diminuito dell'1% rispetto a novembre, interessando 293'678 persone. Il numero di ditte che utilizzano il lavoro a orario ridotto è aumentato dell'1%, interessando 34'667 aziende.
Nessun licenziamento di massa
Nonostante la crisi del coronavirus la Svizzera è stata finora risparmiata da licenziamenti in massa: lo ha sottolineato Boris Zürcher, direttore della divisione lavoro presso la segreteria di Stato dell'economia (SECO), che ha fatto una volta ancora riferimento all'importanza del lavoro ridotto. "Non vediamo né un'ondata di fallimenti aziendali, né una crescita dei licenziamenti collettivi", ha affermato l'esperto commentando i dati sulla disoccupazione diffusi oggi, lunedì. A garantire la stabilità del mercato del lavoro elvetico è il lavoro ridotto, che stando a Zürcher sta attenuando l'impatto della pandemia. La Seco ritiene che i numeri della disoccupazione parziale saliranno ancora. Il lavoro ridotto ha peraltro un costo importante: in febbraio è stata superata la soglia dei 10 miliardi di franchi (da gennaio 2020), ha concluso Zürcher.