Il numero delle aziende agricole è sceso a un po' meno di 51'000 l'anno scorso, con un calo dell'1,5% su base annua. La superficie utile è però rimasta stabile, vale a dire 1,04 milioni di ettari, per lo più destinati a zone inerbite (58%) o a colture granarie (38%). Dai dati del censimento annuo, pubblicati martedì dall'Ufficio federale di statistica, emerge poi che il biologico è ormai praticato in più di 7'000 tenute, ovvero il 15,4% del totale per un'area complessiva di 161'000 ettari.
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Il contingente delle vacche da latte è diminuito di un altro 1% (-10% in 10 anni), ma in compenso è progredita la produzione di carne bovina (+1,7%). E' poi proseguita la lenta diminuzione dei suini e dei loro allevatori (rispettivamente -1,9 e -3,6 %). Per quanto riguarda il pollame, si è assistito all'incremento delle ovaiole (+6,2%) e alla flessione dei polli da ingrasso (-0,9%). Stabile, per finire, è rimasto l'effettivo degli ovini.
Il settore dava lavoro a 152'400 persone (-0,9%). I capiazienda (i due terzi dei quali a tempo pieno) e le loro famiglie erano più dei tre quarti del totale e il 74% dei poderi impiegava esclusivamente parenti.
ATS/dg