Dopo un weekend tragico sulle piste, con tre incidenti mortali, due nei Grigioni e uno nel canton Berna, la pericolosità della pratica dello sci diventa argomento di discussione. Ma è davvero così? Chi si occupa di prevenzione infortuni è abituato a guardare alle statistiche annuali, non al corto termine.
Stavolta tuttavia la frequenza sorprende, anche al netto degli sbalzi casuali in un periodo statistico. “Negli ultimi cinque anni la media è di cinque incidenti mortali all’anno”, dice ai microfoni della RSI Christoph Leibundgut, portavoce dell’Ufficio federale per la prevenzione degli infortuni (UPI). “Si può quindi dire che tre in pochi giorni siano effettivamente tanti, pur ricordandoci che nel periodo festivo, con neve e meteo ideali, il numero di persone sulle piste è molto alto”.
I tre incidenti sono avvenuti tutti in condizioni diverse: sulle piste di Betelberg a Lenk, nell’Oberland bernese, una 17enne ha perso la vita dopo l’urto con un cavo da traino di un gatto delle nevi; nel comprensorio di Parsenn a Klosters, nei Grigioni, un 24enne è morto sul posto dopo essersi scontrato prima con un altro sciatore e poi con un cartello; più strano quanto capitato a Tschiertschen, poco lontano da Arosa, dove un 55enne è deceduto nella sua casa di vacanza il giorno dopo essere caduto con gli sci. Si era recato al domicilio senza l’aiuto di soccorritori.
Parlando dei motivi degli incidenti Leibundgut, dice che “troppi sopravvalutano le proprie capacità con velocità eccessiva, perdita di controllo, soprattutto quando ci sono cunette, neve fresca o cattiva visuale. Oltre il 90% degli infortuni sulle piste è causato da errori propri. L’invito a tutti, quindi, è di valutare meglio i rischi”.
Non è quindi lo scontro tra sciatori la dinamica più frequente, che quando avviene però spesso comporta ferite gravi. Fa riflettere poi l’incidente di Tschiertschen, con il decesso il giorno dopo della persona che non si era recata al pronto soccorso. Su questo episodio il portavoce dell’UPI non si può esprimere, ma ricorda “la velocità legata agli sport sulla neve. Complice magari l’adrenalina, il dolore per le ferite interne può emergere più tardi”. Quindi in caso di malessere, vertigini o altro, Christoph Leibundgut consiglia comunque una visita medica.
Sulle piste gli incidenti gravi sono molto meno rispetto allo sci da escursionismo e fuori pista. Ad ogni modo, l’Ufficio prevenzione infortuni tenta di ridurli ricordando l’utilizzo del casco, raccomandando il controllo del materiale e in particolare degli attacchi da sci da parte di uno specialista prima della stagione e con il solito lavoro di sensibilizzazione. Perché oltre ai cinque incidenti mortali all’anno, in media altre 14’000 persone vengono assistite sulle piste e in totale vengono stimati 60’000 incidenti ogni anno. Troppi per sperare che finiscano tutti senza conseguenze gravi.