Il Consiglio federale, venerdì, “ha preso atto con soddisfazione della conclusione materiale dei negoziati tra la Svizzera e l’Unione Europea. L’Esecutivo ha constatato che la delegazione svizzera, guidata dal caponegoziatore Patric Franzen, ha raggiunto gli obiettivi definiti nel mandato negoziale. Pertanto, ha incaricato i dipartimenti interessati di preparare le prossime tappe in vista della conclusione formale delle trattative”. È quanto si legge nel comunicato odierno diffuso dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).
Dopo 197 riunioni, tenutesi a partire dall’8 marzo 2024, la conclusione formale dei negoziati è prevista per la primavera del 2025 con la parafatura del testo finale degli accordi. Fino ad allora i lavori con l’UE continueranno per perfezionare i documenti - sottolinea il DFAE. In parallelo, sul piano interno saranno portate a termine le consultazioni con i partner istituzionali (Cantoni e Parlamento), le parti sociali e i partner economici.
Risultati dei negoziati
Il Consiglio federale ha reso noto che i risultati positivi delle trattative sono in linea con gli interessi della Svizzera. Gli elementi istituzionali sono integrati direttamente negli accordi relativi al mercato interno, mentre le norme sugli aiuti di Stato trovano applicazione solo in tre settori: trasporto aereo, trasporti terrestri ed energia elettrica.
Nel settore della libera circolazione delle persone, l’obiettivo è stato raggiunto: mantenere l’orientamento dell’immigrazione verso l’attività economica, limitare le conseguenze per i sistemi di aiuto sociale dotandosi di mezzi efficaci per combattere gli abusi e rispettare la Costituzione federale per quanto riguarda l’espulsione penale. La Svizzera è inoltre riuscita a concretizzare la messa a punto di una clausola di salvaguardia per contrastare gli effetti imprevisti della libera circolazione delle persone. Inoltre, potrà garantire a lungo termine le condizioni salariali e lavorative del personale distaccato, mantenendo l’attuale livello di protezione.
Oltre che nei settori della migrazione e della protezione dei salari, grazie ai negoziati la Svizzera è riuscita a ottenere eccezioni per proteggere i propri interessi essenziali nei settori dei trasporti terrestri, dei prodotti agricoli e dell’energia elettrica. Il servizio pubblico non sarà interessato.
La completa attivazione della soluzione transitoria nel settore della ricerca e dell’innovazione è prevista a partire dal primo gennaio 2025: ciò permetterà agli attori in Svizzera di partecipare a quasi tutti i bandi di concorso di Orizzonte Europa, del programma Euratom e del programma Europa digitale.
Contributo di coesione: da 130 a 350 milioni
I contributi regolari della Svizzera per la coesione nell’UE a partire dal 2030 costituiscono un elemento importante della via bilaterale; finanzieranno come avvenuto finora progetti comuni nei Paesi partner e permetteranno di rispondere a sfide comuni, come la migrazione. Per il periodo 2030–2036 il Consiglio federale ha fissato con l’UE un importo annuo di 350 milioni di franchi.
La Svizzera si è inoltre impegnata a fornire un contributo alla coesione per gli anni dal 2025 al 2029. Questo impegno finanziario ammonta a 130 milioni di franchi all’anno.
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