"Non ci sarà un secondo Accordo-quadro rivisto e corretto (dopo la rottura delle trattative con l'UE) ma la Svizzera necessita di relazioni stabili con l'Unione europea". È quanto ha spiegato, venerdì sera durante il tradizionale raduno dell’Unione democratica di centro all’Albisgüetli (ZH), il presidente della Confederazione Ignazio Cassis.
"Con l'Unione europea - ha aggiunto il ministro degli esteri - vogliamo proseguire le nostre relazioni di lunga data e reciprocamente vantaggiose, stabilizzarle e, se ciò è nell'interesse reciproco, anche estenderle". Ora è però necessario accantonare l'emotività e "analizzare sobriamente i fatti" per intraprendere responsabilmente un nuovo cammino con l'UE, ha altresì spiegato il presidente. Questo percorso, attualmente, è però ancora in fase di definizione da parte del Consiglio federale.
La decisione di interrompere i negoziati sull'accordo quadro non è stata facile, ha ribadito il ministro. "Ma alla fine ho dovuto rendermi conto che semplicemente non bastava". L'UE non era disposta a fare le concessioni di cui la Svizzera aveva bisogno - in particolare su tre punti: la protezione dei salari, la direttiva sulla cittadinanza europea e gli aiuti di Stato - per una soluzione che sarebbe stata accettabile per la maggioranza.
Come detto Cassis è intervenuto al raduno UDC che, dopo la parentesi online del 2021, quest’anno è tornato a svolgersi nell’abituale sede dell’Albisgüetli (sulle colline della città di Zurigo) in presenza e in modalità “2G”. Prima di Cassis era intervenuto il “decano” dell’UDC svizzera Christoph Blocher che, nel suo discorso, ha accostato il 2021, segnato dall'abbandono dei negoziati sull'accordo quadro con l'Unione europea, ad anni determinati per la Confederazione, come il 1291 (Patto federale), il 1848 (Costituzione federale) e il 1992 (No popolare allo SEE), che mostrano - ha affermato l’ex consigliere federale – “la lotta della Svizzera per l'indipendenza, la libertà e la sicurezza”.