È dal 15 gennaio dello scorso anno che le esportazioni nazionali soffrono per il rafforzamento del franco, ma ora - con l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea - le preoccupazioni per i cantoni che hanno stretti rapporti con il Regno Unito sono ancora più grandi. È il caso di Neuchâtel, dove più del 20% delle merci che lasciano il cantone sono dirette a Londra. Tradotto in cifre si parla di 2 miliardi di franchi.
Florian Németi, direttore della camera di commercio neocastellana, spiega che non si tratta solamente del settore orologiero: "naturalmente rientrano nella categoria le industrie del lusso - dunque gioielli, orologi e profumi - ma ci sono anche i prodotti farmaceutici e i macchinari".
Per cercare di fermare l’emorragia, che ha portato la disoccupazione al 6,4% nello scorso mese di febbraio, si è tentato di diversificare i mercati d’esportazione puntando soprattutto su Asia e continente americano: "I risultati sono abbastanza buoni anche se l'economia cinese sta subendo un netto calo".
RG/CaL