Il popolo svizzero si dovrà pronunciare sulla nuova legge sulla protezione del clima che il Parlamento ha varato quale controprogetto in risposta all'Iniziativa sui ghiacciai. Sarebbero infatti più di 100'000 le firme consegnate giovedì alla Cancelleria federale dall'Unione democratica di centro fattasi promotrice della domanda di referendum. La votazione potrebbe tenersi il prossimo 18 giugno.
Al termine dell'ultima sessione autunnale delle Camere federali, il consigliere nazionale UDC Michael Graber aveva definito il controprogetto come una "legge mangiacorrente": in tempi in cui la popolazione viene invitata a risparmiare energia, viene presentato un testo che comporta un consumo elettrico molto più elevato, aveva sottolineato.
Secondo l'UDC, se il controprogetto all'Iniziativa popolare sui ghiacciai dovesse entrare in vigore, in futuro sarebbe possibile circolare solo con automobili elettriche: benzina e diesel, nonché nafta e gas, verrebbero a poco a poco vietati. Da qui il lancio della raccolta delle firme svoltasi sotto lo slogan "NO alla legge divoratrice di elettricità".
La legge contro cui si scagliano i democentristi è volta ad azzerare le emissioni nette di CO2 entro il 2050. Il controprogetto all'iniziativa popolare "Per un clima sano (Iniziativa per i ghiacciai)", confluito nella nuova "Legge federale sugli obiettivi di protezione del clima", prevede di raggiungere la neutralità climatica mediante il risanamento energetico degli edifici (due miliardi per la sostituzione di impianti di riscaldamento con carburanti fossili e la promozione dell'efficienza energetica degli edifici) e il sostegno al settore industriale (1,2 miliardi spalmati su sei anni per la riduzione delle emissioni del 90% entro il 2050).
Contrariamente all'iniziativa, la controproposta non cita esplicitamente alcun divieto di vettori energetici fossili e prende in considerazione la situazione particolare delle regioni periferiche e di montagna.
Già in aula, durante i dibattiti, l'UDC si era battuta contro il sostegno al risanamento degli edifici, sostenendo che ciò avrebbe implicato un aumento del consumo di elettricità nel bel mezzo di una crisi energetica, col rischio di blackout. Per l'UDC, dietro a una legge dal titolo apparentemente innocuo, si cela il divieto dei vettori energetici fossili, l'unico modo per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.