L'iniziativa contro la libera circolazione con l'UE è stata nettamente bocciata sia dal popolo che dai cantoni. Ma quali motivazioni hanno indotto i votanti a pronunciarsi a favore o contro questa proposta di modifica costituzionale? Era l'interrogativo sullo sfondo dell'ultimo sondaggio lanciato online dalla SSR proprio durante lo scorso weekend. Un altro rilevamento aperto ai lettori, al quale hanno partecipato quasi 10'300 persone di tutte le regioni linguistiche.
Iniziativa per la limitazione, decisioni di voto e simpatie politiche
Sul piano politico, la votazione sull'iniziativa ha fatto registrare una netta contrapposizione fra i simpatizzanti dell'UDC, partito promotore del testo, e quelli delle altre maggiori formazioni politiche. Come si evince dalla prima grafica, il sostegno nell'area democentrista è stato pressoché unanime. Ma fra i sostenitori degli altri schieramenti hanno prevalso più o meno nettamente le posizioni di segno contrario. Dal rilevamento, peraltro, emerge che la crisi del coronavirus ha inciso solo marginalmente sulle intenzioni di voto. Quasi il 90% dei partecipanti al sondaggio dichiara infatti di non aver cambiato parere sul testo in votazione a seguito degli eventi legati negli ultimi mesi all'emergenza sanitaria.
Le argomentazioni prevalenti nel campo dei favorevoli e dei contrari all'iniziativa
Ma veniamo alle argomentazioni che maggiormente hanno inciso sulle intenzioni di voto. L'opposizione al testo, sulla scorta dei risultati del sondaggio, è stata motivata dal timore di una decadenza degli accordi bilaterali e da una percezione di irresponsabilità nel rischiare di perdere, in caso d'accettazione del testo, l'accesso al principale mercato per la Svizzera. E questo, segnatamente alla luce della crisi economica attualmente in atto. Nel campo dei favorevoli all'iniziativa, hanno invece fatto soprattutto breccia argomenti come la ripresa del controllo autonomo dell'immigrazione e il fatto di lanciare un segnale contro il discusso accordo quadro istituzionale con l'UE.
Il giudizio relativo agli accordi bilaterali
Il "no" all'iniziativa, tuttavia, non appare dettato solo da timori, ma anche da esperienze valutate positivamente. In questo senso è nell'insieme il 61% degli interpellati a esprimere una valutazione positiva in merito agli accordi bilaterali con l'UE. Solo una netta minoranza dei partecipanti al sondaggio, invece, ravvisa negli accordi unicamente o tendenzialmente degli svantaggi per la Svizzera.
Le valutazioni sulla prospettiva dell'accordo quadro
Ma è sull'accordo quadro che il discorso si fa ben più articolato. Nè i favorevoli, nè i contrari all'intesa dispongono al momento di una maggioranza assoluta. E intanto un quinto degli interpellati dichiara di non aver ancora maturato un'opinione su questo dossier così cruciale per il futuro delle relazioni fra Svizzera e UE.
Alex Ricordi