L’industria metallurgica svizzera è sotto pressione, ma secondo il Consiglio federale può rimanere competitiva e per questo motivo l’Esecutivo non vuole lanciarsi ad una corsa alle sovvenzioni. Lo ha annunciato il Governo mercoledì.
Alla base della contrazione del settore, gli squilibri di mercato causati dalla politica energetica industriale dell’Unione Europea: una sfida per cui il Consiglio federale si sta “mobilitando a tutti i livelli”, al fine di arginare le misure protezionistiche adottate all’estero. Il Governo si è già mosso, ha già chiesto all’UE di garantire che la Confederazione sia risparmiata da tali provvedimenti.
Per affrontare il difficile momento che sta vivendo il settore, il Consiglio federale ritiene che l’industria possa farcela appoggiandosi agli incentivi esistenti e futuri nel campo della politica energetica e climatica.
L’Esecutivo inoltre constata che il rinnovamento della politica industriale all’estero non ostacola la competitività della Svizzera, la cui economia, nel complesso rimane ben posizionata: “Continuiamo ad essere una delle economie di maggiore successo al mondo” ha dichiarato il consigliere federale Guy Parmelin, aggiungendo che il Paese ha superato gli ultimi quattro anni di crisi “dimostrando ancora una volta di essere estremamente resistente”. Il Consiglio federale ritiene infine che le dipendenze commerciali sono limitate.