All’indomani della severa bocciatura alle urne della riforma della previdenza professionale (LPP), la stampa indica la destra come sola responsabile di tale fallimento, segnalando come essa debba incolpare sé stessa per il risultato di domenica.
Nella Svizzera tedesca, i giornali del gruppo Tamedia evidenziano come il massiccio rifiuto della revisione della LPP rifletta una sfiducia di fondo nel secondo pilastro. A loro avviso, la complessità della riforma non ha permesso a molti assicurati di valutare le conseguenze della riforma sulla propria previdenza e il suggerimento della consigliera federale responsabile, Elisabeth Baume-Schneider, che ha invitato i lavoratori a contattare i propri fondi pensione per informarsi, non ha avuto effetto.
Del resto, pure chi ha chiesto informazioni a tali strutture si è visto rispondere che non era possibile fornire dati precisi, senza contare che la riforma avrebbe mantenuto solo in parte la promessa di migliorare la situazione femminile e non avrebbe risolto il problema del calo delle pensioni, segnalano i giornali.
Elisabeth Baume-Schneider sulla votazione
Telegiornale 22.09.2024, 20:00
La NZZ, dal canto suo, ritiene che la Svizzera dovrebbe evitare un altro tentativo di ridurre il tasso di conversione dei capitali della previdenza professionale, precisando che l’esito del voto di domenica incoraggerà i fondi a continuare a sovvenzionare in modo occulto i pensionati. Si tratta di una scelta che va a scapito dei più giovani, e proseguiranno su una strada che conoscono da tempo, ossia quella che riguarda il rafforzamento della parte extra-obbligatoria della previdenza.
Il sito informativo watson.ch fa risalire la bocciatura della revisione della LPP agli errori compiuti dai proponenti e a una campagna contraria che a suo avviso si è spinta troppo oltre. Secondo il sito “gli oppositori, in particolare i sindacati, non si sono fermati davanti a nulla. Il loro slogan ‘Pagare di più. Meno pensioni’ era semplicemente sbagliato nella sua interezza”. Il commentatore di watson.ch sostiene che “hanno usato cifre ed esempi dubbi e hanno parlato di una compensazione per l’inflazione che non è prevista dal secondo pilastro. In questo modo hanno sfruttato la complessità dell’argomento con una rara insolenza”.
A sud delle Alpi si segnala la seconda vittoria del PS in sei mesi
A sud delle Alpi, il Corriere del Ticino parla di “un’altra cocente sconfitta per tre partiti di governo e le principali organizzazioni economiche”, rammentando che il flop della revisione della previdenza professionale è in sostanza la “seconda importante vittoria in pochi mesi” per il PS “in fatto di pensioni”, dopo che nel marzo scorso era stata approvata la 13esima AVS. “I sindacati hanno dimostrato di essere un ostacolo inaggirabile e un attore col quale bisogna venire a patti”, aggiunge il quotidiano di Muzzano.
La Regione, evidenziando che “il secondo pilastro resta fermo al palo”, pone l’accento sul fatto che si tratta della terza bocciatura del tasso di conversione da parte del popolo. Il giornale bellinzonese rimarca infatti che “le cittadine e i cittadini non ne vogliono sapere di un abbassamento del tasso di conversione minimo” per la LPP e questo dopo averlo già affermato nel 2010 e nel 2017”. La Regione ribadisce che quella messa a segno domenica è “un’altra vittoria quest’anno per i sindacati e la sinistra, che ora chiedono una ‘dose di solidarietà’ anche nel secondo pilastro”.
Giornali romandi: “La bozza della riforma era un piccolo miracolo”
In Romandia i giornali, più che di una vittoria della sinistra, evidenziano il cocente fallimento della destra. “Si finisce per bruciarsi le dita se si gioca troppo con i fiammiferi”, afferma La Liberté. Il quotidiano friburghese sottolinea che la bozza originale era un compromesso elaborato dalle parti sociali. Prevedeva un contributo di solidarietà finanziato dai redditi elevati, che la destra non voleva. “Sviscerando il dossier”, la destra “ha firmato la sua condanna a morte in votazione”.
Questa “mossa fatale” è posta in evidenza pure da 24 Heures e dalla Tribune de Genève, secondo i quali l’arroganza della destra le si è ritorta contro” e si “ritrova ora a dover cercare un nuovo compromesso”.
Le Temps ricorda invece quando “a un certo punto la revisione della LPP” sembrava un piccolo miracolo. “Quando le parti sociali hanno trovato un accordo e il Consiglio federale ha trasmesso un solido compromesso al Parlamento, il poco amato regime assicurativo aveva una reale possibilità di modernizzare il suo aspetto”, evoca il quotidiano ginevrino. “Poi gli eletti in Parlamento si sono messi al lavoro, finendo per perdere i sindacati e una parte del padronato”.
Sebbene la sconfitta fosse preannunciata, il risultato, con il 67,1% di “no”, è “grave”, osserva Le Courrier, per il quale la riforma “è andata in frantumi”. “Questa sconfitta è dovuta alla “posizione arrogante e dura” di deputati “ubriachi di neoliberismo e che hanno perso il senso delle proporzioni e persino della realtà” nel disfare l’accordo raggiunto con le parti sociali, analizza il foglio ginevrino.
Il livello di rigetto della revisione dimostra anche che la destra non è stata sconfessata solo dagli elettori di sinistra, ma anche dalla sua stessa base, sottolineano ArcInfo e Le Nouvelliste. Aggiungono poi che i risultati mostrano soprattutto un aspetto: il Parlamento sembra essere “sempre più lontano dal contatto con la popolazione”, con il Paese reale, soprattutto sulle questioni sociali.
No chiaro alla riforma LPP
Telegiornale 22.09.2024, 20:00