Svizzera

Non solo federali: Ginevra precorritrice sui simboli d’odio

“No” invece a maggiori diritti politici per gli stranieri - Oltre che in Ticino, si votava su temi diversi in altri sette cantoni - Colpo di scena a Zugo: la votazione non è valida

  • 09.06.2024, 16:50
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I fautori del divieto dei simboli d'odio a Ginevra

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Di: ATS/pon 

Più di otto ginevrini su dieci hanno sostenuto domenica alle urne un progetto di legge che vieta di portare ed esibire in pubblico simboli di odio come la svastica nazista. Il cantone funge così da precursore in Svizzera, anticipando un’analoga proposta a livello federale contenuta in una mozione approvata in aprile dal Parlamento e che ora il Governo dovrà concretizzare, cosa che richiederà ancora del tempo. La proposta era sostenuta da tutti i partiti ad eccezione dell’UDC, che riteneva impossibile redigere una lista dei simboli in questione. I ginevrini hanno invece respinto piuttosto nettamente un’iniziativa della sinistra che sulla base del principio “Una vita qui, un voto qui” voleva estendere i diritti politici degli stranieri: chi risiede nel cantone da almeno otto anni avrebbe beneficiato delle medesime facoltà dei cittadini svizzeri sia a livello comunale che cantonale. Oggi i loro diritti sono limitati a quello di voto nel comune. Soltanto i cantoni di Neuchâtel e Giura concedono agli stranieri il diritto di voto, ma non di eleggibilità, a livello cantonale.

Altri due oggetti in votazione erano modifiche di legge già accettate dal Gran Consiglio e soggette a referendum.  Una riguardava l’abrogazione di una disposizione di legge che a certe condizioni garantisce il ricorso al suicidio assistito nelle case di cura e negli ospedali, affossata dal 75,56% dei votanti. L’altra concerneva le condizioni di lavoro negli asili nido privati, più precisamente una modifica di legge che avrebbe consentito a questi istituti di assumere personale e di pagare il salario minimo, mentre ora sono obbligati a rispettare un contratto collettivo di lavoro, lo statuto del personale di un Comune o la prassi in vigore nel settore, più favorevoli ai dipendenti. Quasi il 57% ha detto “no” alla modifica.

In tutto 18 temi erano sottoposti al popolo di 8 cantoni in questo fine settimana, tre dei quali in Ticino. Tre erano di carattere energetico. A Basilea Campagna i votanti hanno accolto con il 54,31% di “sì” una modifica della legge sull’energia che mira a raggiungere entro il 2030 almeno il 70% di copertura del fabbisogno attraverso energie rinnovabili, esclusa la mobilità. Il canton Argovia avrà invece un articolo sul clima nella sua Costituzione: gli aventi diritto di voto hanno infatti approvato il testo elaborato dal Legislativo con il 56,87% di sì. Infine, nel canton Sciaffusa i proprietari di immobili idonei non saranno obbligati a installare dei pannelli fotovoltaici: l’iniziativa popolare dei Giovani Verdi è stata bocciata alle urne dal 60,6% dei votanti.

A Zugo c’è stato un colpo di scena: irregolarità nello spoglio hanno indotto il Governo a dichiarare non valida la votazione sull’iniziativa sulla trasparenza dei finanziamenti della politica e su un relativo controprogetto. Nel corso dello spoglio, ha spiegato, sono state constatate delle irregolarità.

Sempre nella Svizzera tedesca, il 51,88% degli svittesi ha deciso che in futuro i dibattiti del Gran Consiglio saranno trasmessi in streaming su internet, pratica già sperimentata (ma senza base giuridica) nel corso della pandemia di coronavirus. Il Governo si opponeva per una ragione di costi e per il timore che la trasmissione potrebbe avere effetti negativi sui dibattiti.

Tornando in Romandia per concludere, i friburghesi dovevano decidere se ancorare nella Costituzione l’ubicazione e gli orari di apertura dei pronto soccorso. L’iniziativa “Per pronto soccorso pubblici e vicini ai cittadini 24 ore su 24” lanciata da un comitato borghese ha ottenuto solo il 37,23% dei consensi, ma un controprogetto “annacquato” ha ottenuto il 68,37% di “sì”. Gli aventi diritto di voto di Friburgo erano inoltre chiamati a decidere su una garanzia di 105 milioni di franchi e su un prestito di 70 milioni per la pianificazione della futura sede principale dell’ospedale cantonale, che sorgerà nei pressi dell’attuale sito di Villars-sur-Glâne. I sostegni finanziari, che avevano già ottenuto un ampio appoggio in Parlamento, sono stati accolti dal 79,64%.

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Notiziario

Notiziario 09.06.2024, 16:00

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