Svizzera

Non solo medaglie

Dopo il "caso Macolin", ecco cosa dice il direttore di Swissolympics sul giusto equilibrio tra ambizioni e rispetto

  • 17 novembre 2020, 08:29
  • 22 novembre, 18:09
02:32

RG 07.00 del 17.11.20 - L'intervista di Alan Crameri

RSI Info 17.11.2020, 08:27

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Di: Alan Crameri 

Risultati eccellenti sono possibili rispettando gli atleti, dice il direttore di Swissolympics Roger Schnegg alla RSI. Ma non esclude di ricorrere alla pressione finanziaria per smuovere le federazioni più reticenti. "Nello sport d'élite non possono contare soltanto le medaglie", ha dichiarato la ministra dello sport Viola Amherd alla luce dei metodi d'allenamento accusati d'essere eccessivi e irrispettosi presso le squadre nazionali femminili di ginnastica artistica e ritmica. Un’ovvietà o un cambio di rotta?

"La Svizzera crede nei valori olimpici: cioè risultati d'alto livello, rispetto e amicizia. Quindi non è niente di nuovo dire che non si punta solo alle medaglie. Perché il successo senza questi valori non è quello che vogliamo".

Belle parole, ma è realistico motivare gli atleti senza puntare alle medaglie di Europei, Mondiali e Olimpiadi?

"Le medaglie sono importanti, contribuiscono all'identità nazionale. Ma il loro valore sarebbe molto inferiore, se non nullo, se le vincessimo mancando di rispetto agli atleti."

È così sicuro che pubblico e sponsor sono pronti ad accontentarsi di un settimo posto?

"Credo proprio di sì. Per chi investe nello sport, siano gli sponsor o i cittadini in quanto contribuenti, è importante avere una coscienza pulita. E noi siamo contenti che si possano ottenere risultati di punta rispettando corpo e psiche. Pensiamo a Roger Federer: ha avuto successo in questo modo. Per questo da 15 anni investiamo milioni di franchi in formazione e prevenzione per allenatori e genitori."

Nella carta etica dello sport che avete sottoscritto al punto quattro si legge: Le misure adottate per raggiungere gli obiettivi sportivi non ledono né l’integrità fisica né l’integrità morale delle sportive e degli sportivi. Quanto resta da fare?

"Voglio sottolineare che in Svizzera ci sono 20'000 società sportiva, centinaia di migliaia di allenatori, e la stragrande maggioranza fa un lavoro eccellente, rispettando queste direttive. Poi ci sono le pecore nere, da scovare e combattere. Nella ginnastica artistica e ritmica la situazione è particolare perché le atlete giungono alla maturazione sportiva attorno alla pubertà. La loro personalità non è ancora del tutto sviluppata. Qui ci vuole più sensibilità e coinvolgimento dei genitori. Qui non tutto funziona al meglio, stiamo lavorando per migliorare."

Ma come cambiare le cose? Con tagli alle sovvenzioni? Viola Amherd ha dichiarato che in certi ambienti si capisce solo il linguaggio dei soldi...

"Certo, i soldi smuovono sempre qualcosa. Però abbiamo già fatto molto in questi anni, con codici etici e un catalogo di misure presso tutte le federazioni. C'è margine di miglioramento. Un taglio finanziario non eviterà tutti gli abusi, ma può essere un mezzo di pressione per i più reticenti."

Infine: non ci sono atleti da proteggere da sé stessi, o dai genitori? Ci sono bambini che svolgono più di sette allenamenti a settimana… quando è troppo?

"Lo sport di punta in effetti si trova spesso in una zona grigia. Ci vuole un livello estremamente alto di disciplina. Per questo è importante che i giovani vengano accompagnati. Lo vedo con mio figlio, anche lui sportivo d'élite. Credo che un buon parametro sia il divertimento: se un bambino non ha più piacere nell'attività sportiva, è il momento di smettere."

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