Il telelavoro dei frontalieri deve poter essere tassato in Svizzera, anche se svolto all’estero. È quanto prevede la legge federale sull’imposizione del telelavoro in ambito internazionale che lunedì è stata approvata durante la sessione speciale del Consiglio Nazionale. Si tratta di una proposta del Consiglio federale che mira a ridurre le potenziali perdite di gettito fiscale.
In linea di principio, le convenzioni sulla doppia imposizione prevedono che il reddito da lavoro dipendente sia tassato dallo Stato in cui si è effettivamente svolta l’attività. Nel caso del telelavoro, il diritto di tassazione passa quindi dallo Stato in cui ha sede il datore di lavoro allo Stato in cui è domiciliato il dipendente. Tuttavia, in seguito al periodo pandemico, il ricorso al telelavoro è notevolmente aumentato, con ripercussioni sulla tassazione nel contesto transfrontaliero.
La Confederazione ha nel frattempo negoziato degli accordi con Roma e Parigi, secondo cui un frontaliere può continuare a essere imposto in Svizzera fino a un certo limite (in Italia fino al 25% del tempo di lavoro annuale, in Francia fino al 40%). La nuova normativa federale permetterà di creare le relative basi legali a livello nazionale.
Dopo l’odierno voto in seno al Consiglio Nazionale, la questione passa al Consiglio degli Stati.
RG 07.00 del 15.04.2024: Il servizio di Gian Paolo Driussi sulla sessione speciale del Consiglio Nazionale
RSI Info 15.04.2024, 15:38