L’energia eolica stenta a farsi strada in Svizzera, benché faccia parte della strategia energetica 2050 della confederazione. Se sul passo del Gottardo fervono i lavori per la costruzione del parco eolico, moltissimi altri progetti rimangono bloccati a causa delle molte opposizioni. Sono solo 37 oggi le eoliche in funzione in Svizzera mentre ce ne vorrebbero diverse centinaia per stare al passo con i paesi circostanti. Gli ostacoli sono legati a interessi di proprietà o a preoccupazioni legate al paesaggio e alla fauna. Il canton Neuchâtel, che ha un rilievo adatto all’istallazione di eoliche, deve far fronte anche a un altro tipo di opposizione: quella legata al patrimonio mondiale dell’UNESCO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura.
Ma andiamo con ordine. Il piano cantonale approvato nel 2014 dal 65,5 percento dei votanti prevede la costruzione di 59 eoliche. Risultato dopo sei anni: zero. I progetti stentano a farsi strada, imbrigliati da mille ostacoli. Eppure, per il consigliere di stato Laurent Favre, responsabile del Dipartimento del territorio e dell’ambiente, il progetto è valido:
“Lo sviluppo eolico del cantone è stato studiato affinché rispetti la natura e il paesaggio. Per questo le eoliche saranno concentrate su cinque siti e non sparpagliate. Constatiamo che molte opposizioni derivano da interessi privati. Ma le critiche di chi si preoccupa per il paesaggio o per la fauna vengono prese sul serio con rapporti approfonditi d’impatto ambientale.”
In realtà non è solo la natura a preoccupare. Dei cinque siti prescelti, il primo della lista– quello di Crêt-Meuron, vicino al passo della Vue des Alpes – deve far fronte a un altro tipo di resistenza. Ce lo spiega nel suo ufficio a La Chaux De Fonds, il municipale Théo Huguenin-Elie, responsabile del settore urbanistico. E lo fa dispiegando sul tavolo una cartina, su cui ci indica dove si trovano i punti paesaggistici più rinomati intorno alla città: sono le belle creste del massiccio del Giura, apprezzate zone naturali e di svago e ideali per captare il vento. Con delle croci sono indicati i punti in cui dovrebbero sorgere le eoliche.
Sul sito di Crêt-Meuron, a un pugno di chilometri dalla città, ne sono previste sette di 93 metri d’altezza. A sorpresa, il comune di La Chaux De Fonds, oggi si oppone al permesso di costruzione per un progetto voluto dal cantone e approvato dal popolo. Come mai?
“Al momento del voto -ci dice Théo Huguenin-Elie - non era stata approfondita a sufficienza la questione del marchio UNESCO, un marchio attribuito alla città 11 anni fa per la sua urbanistica particolare, strettamente legata all’industria orologiera. La Chaux De Fonds è stata allertata da alcune associazioni che difendono le creste e il paesaggio, che l’UNESCO potrebbe ritirarle il marchio. Ci hanno consigliato di interrogare le persone competenti per chiarire la questione”.
Non si tratta di una preoccupazione campata in aria: in Francia ad esempio, L’UNESCO si è pronunciata contro la costruzione di tre eoliche a 22 chilometri dal Mont-Saint-Michel che fa parte del Patrimonio mondiale e lo stato francese ha rinunciato a costruirle.
Per Laurent Favre, il rischio è contenuto:
“si è fatto un grande lavoro di integrazione paesaggistica tenendo conto dell’UNESCO – ci dice il consigliere di stato neocastellano – ed è stata creata una zona tampone tra la città e i parchi eolici. Anche la confederazione ha avuto modo di esprimersi convalidando il piano direttore cantonale, dove si parla del parco eolico e dell’Unesco. Teniamo conto di tutto gli aspetti: natura e patrimonio.”
Meno rassicurato invece l'Ufficio federale della cultura a Berna: l'UNESCO gli ha infatti scritto chiedendo spiegazioni sul possibile impatto negativo che potrebbero avere i progetti eolici sul valore universale del sito. Una risposta in corso di elaborazione e che coinvolge anche gli Uffici federali dell’energia e del territorio, le città di La Chaux De Fonds e di Le Locle (che condividono il marchio UNESCO) e il cantone di Neuchâtel. Per quest’ultimo si tratta di salvare l’iscrizione nel Patrimonio mondiale delle due località, ma anche un progetto per il clima approvato in votazione popolare.