Si moltiplicano le azioni legali registrate presso il Tribunale amministrativo federale (TAF) di San Gallo da parte dei detentori di obbligazioni AT1 di Credit Suisse (CS), il cui valore è stato azzerato dall'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA), sullo sfondo della fusione forzata con UBS di concerto con il Consiglio federale.
Per ora sono 230 gli esposti (a nome di 2'500 persone) ricevuti dal TAF che, interpellato dall'agenzia Awp in relazione a una notizia diffusa dalla Reuters, non ha fornito alcun dettaglio aggiuntivo, nella misura in cui si tratta di questioni giuridiche in corso che "il tribunale tratterà quando lo deciderà".
Nello specifico, a fronte dell'acquisizione forzata della banca da parte di UBS, l'Autorità svizzera di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) ha deciso di azzerare i 16 miliardi di franchi di obbligazioni Additional-Tier-1. L'operazione era stata effettuata per rafforzare la posizione di Credit Suisse e per stabilizzare la base di capitale della futura entità bancaria combinata.
Gli AT1 sono titoli a rendimento più elevato di altri, perché esposti a rischi maggiori. Inoltre, in caso di un evento scatenante, come un salvataggio statale, possono prevedere clausole di "write-off" (cioè di cancellazione contabile) o di conversione in azioni.
Nel caso di Credit Suisse molti investitori si attendevano una conversione in azioni, il cui valore, sebbene crollato, è ancora contrattato nelle maggiori piazze finanziarie mondiali (attualmente per 80 centesimi). L'azzeramento ha invece colto di sorpresa i detentori che, per questo motivo, continuano ad inoltrare esposti al TAF contro la decisione della FINMA.
DFF formalizza la soppressione e la riduzione dei bonus
Intanto si concretizza la volontà del Consiglio federale, espressa lo scorso 5 aprile, di sopprimere o di ridurre le retribuzioni variabili non ancora versate ai dirigenti di Credit Suisse. A questo riguardo infatti il Dipartimento federale delle finanze (DFF) ha oggi formalmente disposto diverse direttive concernenti i quadri superiori dell'istituto, proporzionalmente al loro diverso grado di responsabilità.
La soppressione totale dei bonus spetterà alla direzione, mentre una riduzione del 50% e del 25% toccherà rispettivamente il primo livello ed il secondo livello gerarchico sotto la leadership. A questa misura si aggiungano la soppressione e la riduzione delle retribuzioni variabili relative all'anno in corso.
Credit Suisse dovrà anche esaminare la possibilità di farsi restituire i bonus versati dal 2019 ai membri della direzione. A tal proposito dovrà redigere un rapporto che dovrà essere sottoposto al DFF e alla FINMA.
Nel comunicato il DFF ha annunciato anche diversi obblighi per UBS, che dovrà prevedere nel proprio sistema retributivo "un ulteriore criterio per le persone che si occuperanno principalmente della realizzazione degli attivi di CS coperti dalla garanzia statale, al fine di incentivare una realizzazione possibilmente senza perdite".
La banca dovrà inoltre "continuare a tenere adeguatamente conto di fattori come la consapevolezza dei rischi e il rispetto delle regole di comportamento nel suo sistema retributivo". In questo modo, spiega il DFF, si garantisce che il sistema retributivo di UBS non venga alterato in modo da premiare l'assunzione di elevati rischi.
Ecco la commissione d'inchiesta per Credit Suisse
SEIDISERA 17.05.2023, 18:27
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