“Le pene a cui i mafiosi vanno incontro in Svizzera sono lievi. Per la criminalità organizzata è facile mimetizzarsi dove vi è un problema di conoscenza del fenomeno e in cui non vi è un sistema penale e processuale in grado di contrastarlo”. Ne è convinto il procuratore capo antimafia di Catanzaro Nicola Gratteri, che in un’intervista apparsa domenica su il Caffè ricorre ad un esempio concreto, spiegando che il reato omologo a quello per associazione mafiosa punibile in Italia, in Svizzera è l’associazione criminale, che prevede una pena massima di cinque anni: “Come una condanna in Italia per possesso di una pistola con matricola abrasa”.
Gratteri, artefice di recente di un’importante operazione antimafia i cui addentellati in Svizzera e in Ticino sono stati anticipati da RSInews, afferma che nella Confederazione la ‘ndrangheta si dà soprattutto al traffico di droga ma anche a quello di armi.
Mentre per quanto riguarda il riciclaggio di denaro spiega: “Abbiamo registrato una certa apertura da parte delle autorità svizzere e le banche rispondono alle rogatorie”.
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