La tassa pagata dalle centrali idroelettriche per i diritti idrici deve diventare flessibile entro il 2020, con una parte fissa e una variabile, che rispecchi l’andamento dei prezzi di mercato. A chiederlo sono i rappresentanti di un’alleanza, composta da esponenti attivi in diversi ambiti.
La loro motivazione verte sul mancato adeguamento del regolamento, che risale a 100 anni fa, al contesto economico attuale. Il mercato svizzero dell’elettricità è influenzato, dopo essere stato liberalizzato nel 2009, dalle condizioni di quello europeo.
I membri del gruppo fanno pressioni al Consiglio federale, che ha già in previsione di ritoccare il canone, affinché attui nel breve termine le modifiche richieste. La soluzione proposta dovrà essere equilibrata, tener conto degli interessi economici e soddisfare le esigenze dei molteplici attori coinvolti.
ATS/YR