I Cantoni rivendicano più voce in capitolo nelle riforme sanitarie in corso. Il Comitato direttivo della Conferenza svizzera dei direttori cantonali della sanità, riunitosi giovedì a Berna, ha ribadito il suo “sì” al finanziamento delle prestazioni ambulatoriali e stazionarie da parte di un unico soggetto. Il progetto, lanciato l’anno scorso, porterebbe ad una distribuzione coerente ed equa dell’onere derivante dall’aumento dei costi tra Cantoni e casse malati, dunque tra contribuenti ed assicurati.
Attualmente, invece, la copertura dei costi è differente. Le cure stazionarie vengono pagate al massimo per il 45% dalle casse malati e almeno per il 55% dal Cantone; mentre quelle ambulatoriali sono coperte interamente dalle casse malattie. Secondo il progetto della Commissione della sanità del Nazionale, le autorità cantonali dovranno assumere una partecipazione fissa in tutti i casi.
I Cantoni si dicono pronti a contribuire, ma non nei termini indicati dalla Commissione. Il problema, dicono, è che il progetto non comprende alcuni tipi di cura, in particolare quelle a domicilio Spitex e quelle in istituti specializzati. Inserendole nel finanziamento integrato, i Cantoni verrebbero sgravati di 6 miliardi di franchi d’aumento da qui al 2030, rendendo appunto più equa, a loro dire, la riforma.
Finanziamento più equo per le cure ambulatoriali
Telegiornale 08.08.2019, 14:30