Martin Pfister eletto in Governo

La carica di consigliere federale porterà con sé grandi sfide per Martin Pfister, che probabilmente sarà il nuovo capo del Dipartimento della difesa (DDPS). È ciò che sottolinea la stampa dopo l’elezione odierna.

Il Tages-Anzeiger ha indicato che Pfister sarà chiamato a fornire risultati fin da subito ed essere capace di imporsi di fronte a forze consapevoli del loro potere all’interno del dipartimento.

Per il Blick “ciò che attende attende l’attuale direttore della sanità del cantone di Zugo sarebbe molto impegnativo anche per un consigliere federale esperto”.

Le Temps parla dell’elezione di Pfister come risultato di un parlamento che non voleva un “ulteriore maschio alfa” al Governo.

Per la NZZ l’elezione “non è entusiasmante, ma estremamente strana”, in quanto Pfister era fino a poco fa “sconosciuto” a livello federale, e critica il “deplorevole processo di selezione del candidato del Centro”.

Anche il Consiglio di Stato di Zugo si è rallegrato per l’elezione del suo membro Martin Pfister in Consiglio federale. Il piccolo, ma facoltoso, cantone torna nel Governo federale 43 anni dopo Hans Hürlimann (PPD), in carica dal 1974 al 1982.

“Questo è un momento storico per il Cantone di Zugo. Questa elezione dimostra la fiducia che i cittadini hanno in Martin Pfister a livello nazionale. Il suo impegno e la sua visione politica del mondo arricchiranno la Svizzera”, ha dichiarato in una nota il presidente del Governo di Zugo Andreas Hostetter (PLR).

Dietro le quinte e festeggiamenti per l’elezione del nuovo consigliere federale

Nella prima conferenza stampa diverse domande sul DDPS, anche se la ripartizione dei dipartimenti avverrà ufficialmente solo venerdì.

La prima foto del Governo nella sua futura composizione, dal 1° aprile: Karin Keller-Sutter, Guy Parmelin, Ignazio Cassis, Albert Rösti, Elisabeth Baume-Schneider, Beat Jans, Martin Pfister e il cancelliere Viktor Rossi.

Il neo eletto consigliere federale Martin Pfister ha celebrato l’elezione suonando sulla Piazza federale con la sua guggen “Snaefuu”

“Oggi è stato dimostrato una volta di più che non disporre di un’esperienza in Parlamento, ma al contrario poter contare su un solido trascorso in un Governo cantonale non deve per forza significare un handicap. Soprattutto se lo sfidante è una personalità potente e al contempo divisiva come Markus Ritter, che negli anni da presidente dell’Unione dei contadini si è fatto evidentemente almeno altrettanti nemici che amici”. L’analisi della corrispondente della RSI a Berna Anna Riva dopo l’elezione di Martin Pfister

Con l’elezione di Martin Pfister si conclude anche un periodo un po’ travagliato per il Centro: difficoltà nel trovare candidati, rinunce da parte dei big del partito, critiche soprattutto da sinistra per aver proposto due profili “troppo a destra” e poco rappresentativi delle varie sensibilità del Centro. Ora il partito guarda al futuro, ma anche tempo di bilanci.

“Ci ho creduto sin dall’inizio, altrimenti non sarei sceso in campo. Ma non c’è un momento in cui ho davvero pensato che ce l’avrei fatta. Ancora stamattina non ne ero sicuro”. Così Martin Pfister nella sua prima intervista al Radiogiornale della RSI. Con l’italiano, il neo eletto consigliere federale appare un po’ in difficoltà.

Martin Pfister ha detto di essere cosciente delle grandi aspettative nei suoi confronti, “in un momento in cui in Europa si combatte di nuovo una guerra”. E ha ribadito due concetti che aveva già espresso nel suo primo discorso davanti ai parlamentari: l’importanza della collegialità nell’Esecutivo - che non deve spaccarsi in blocchi - e della fiducia che il Consiglio federale deve sapersi guadagnare ogni giorno fra la popolazione.

A chi si attendeva indicazioni sulla linea che intende seguire al Dipartimento della difesa, Pfister ha detto che “non presenta oggi alcun programma di lavoro” per il DDPS. Probabile che sia quello il Dipartimento che dovrà guidare, ma Pfister ha ribadito che assumerà la guida di qualsiasi dicastero gli venga attribuito. La seduta del Governo in cui avverrà la ripartizione è prevista per venerdì, come anticipato in apertura di conferenza stampa dal portavoce governativo Andrea Arcidiacono.

Alle 12.30 il consigliere federale in pectore ha preso la parola per la prima volta davanti ai media di Palazzo. Ha esordito ringraziando tutti coloro che lo hanno sostenuto e votato e garantendo il suo impegno “con tutte le forze” per il bene della popolazione e della Svizzera “sociale e liberale”. “Entro in carica con grande rispetto, gioia e fiducia”, ha dichiarato.

Ammonterà a circa 478’000 franchi lo stipendio annuo lordo di cui beneficerà Martin Pfister, a partire da aprile, in qualità di consigliere federale. Inoltre, riceverà un’indennità annuale fissa di 30’000 franchi.

La Confederazione coprirà anche i suoi costi di telecomunicazione. Chi fa parte del Governo ha poi diritto a due veicoli, uno ufficiale e uno di servizio, nonché a un abbonamento generale di prima classe e a uno per tutti gli impianti di risalita del Paese.

Per parte sua Viola Amherd, che ha lasciato l’Esecutivo, otterrà una pensione annuale a vita corrispondente alla metà della sua retribuzione come ministra. Ad averne diritto sono solo i consiglieri federali che si ritirano dopo almeno 4 anni o per motivi di salute.

Mentre il Centro ribadisce di aver presentato due candidati “entrambi eccellenti”, gli altri partiti reagiscono all’elezione di Martin Pfister in Consiglio federale. Il PLR gli chiede di agire in fretta se dovesse assumere la guida del DDPS come probabile: ”La nostra industria della difesa è sull’orlo del precipizio. Manca una strategia globale per garantire la sicurezza della Svizzera”, sostengono i liberali radicali.

Il PS ammette che la scelta “è stata difficile” perché certo con Pfister il Governo non è scivolato verso sinistra e mancava una candidatura femminile. Dal nuovo ministro ci si aspetta che badi a diritti umani, democrazia e stato di diritto, oltre a risolvere il caos nell’esercito.

Anche per i Verdi si assiste a una virata a destra e alla prossima occasione andrà corretta, anche a vantaggio di donne e giovani generazioni. Gli ecologisti rifiutano aumenti di budget per la difesa fino alla risoluzione dei problemi nel DDPS.

L’UDC, infine, che aveva raccomandato di votare per Markus Ritter. Il nuovo consigliere federale Martin Pfister andrà giudicato in base al suo operato, afferma ora il presidente Marcel Dettling, che al neo eletto chiede di difendere neutralità e sicurezza.

Malgrado la delusione per aver mancato l’elezione in Consiglio federale, Markus Ritter non si è scomposto, dicendosi “felice” per Martin Pfister.

Fino a poche settimane fa “non ci conoscevamo, ma ora ho un amico in più”, ha affermato il sangallese parlando del rivale. È stato bello fare campagna insieme, ha dichiarato il consigliere nazionale, che ha ringraziato la propria famiglia per il sostegno ricevuto in queste settimane “intense”.

Per Ritter, che non ha voluto speculare sui motivi della sconfitta, è ora tempo di smaltire la delusione e perseguire altri obiettivi. “Rimango consigliere nazionale e presidente dell’Unione svizzera dei contadini”, ha ricordato.

Martin Pfister era quasi uno sconosciuto nella “Berna federale” al momento di annunciare la sua candidatura. Ecco chi è il consigliere di Stato di Zugo che dal 1° aprile siederà in Consiglio federale.

“Sono sorpreso ma anche molto felice, perché dietro la mia candidatura c’è stato molto lavoro dietro, ho parlato con tanti parlamentari”, ha dichiarato Martin Pfister nella sua prima breve intervista alla RSI, poco dopo l’elezione.

“Io sono pronto e molto motivato per il lavoro che mi aspetta nel Dipartimento e in Consiglio federale, sappiamo che a livello internazionale il contesto è molto difficile. Vorrei dare il mio contributo per assumere al meglio il mio compito”. Alla domanda se sia pronto ad assumere la guida della difesa, in un momento turbolento, ha risposto che “se il Consiglio federale mi affiderà il DDPS, ne assumerò volentieri la guida. Viola Amherd ha fatto moltissimo per la Svizzera e la storia le darà ragione”. In conclusione due parole anche in italiano, per dire che “capisco bene, ma non parlo abbastanza la vostra lingua”.

Martin Pfister è la prima persona a entrare in Consiglio federale come centrista. L’Alleaenza del Centro (erede diretta del Partito Cattolico Conservatore del XIX secolo poi diventato Partito Conservatore - Cristiano sociale e poi ancora Partito democratico cristiano) non era infatti ancora nata al momento della prima elezione di Viola Amherd il 5 dicembre 2018.

L’attuale Centro è rappresentato in Governo dal 1891 quando venne eletto il lucernese Joseph Zemp. Fu il primo consigliere federale non liberale-radicale.

Con l’elezione Martin Pfister il Consiglio federale torna ad avere 5 membri uomini e 2 donne (Elisabeth Baume-Schneider e Karin Keller-Sutter).
È la quarta volta che succede nella storia svizzera.
Ci sono stati i precedenti con Ruth Dreifuss e Ruth Metzler-Arnold (1999-2002), Micheline Calmy-Rey e Doris Leuthard (2006), Doris Leuthard e Simonetta Sommaruga (2016-2018),

L’elezione di Martin Pfister segna il ritorno in Consiglio federale del canton Zugo dopo 43 anni. Il cantone in precedenza aveva avuto due soli membri del Governo. Anche i suoi predecessori erano del PPD.

Zugo non era più rappresentato dalle dimissioni di Hans Hürlimann alla fine del 1982. Il primo eletto del cantone era stato Philipp Etter in carica dal 1934 al 1959.

L’Assemblea federale e il pubblico sulle tribune sono stati invitati ad alzarsi per il giuramento. Martin Pfister alzando tre dita della mano destra ha dichiarato “giuro” (ich schwöre es) di osservare la Costituzione e le leggi e di adempiere coscienziosamente agli obblighi inerenti il mandato.

Martin Pfister (Centro/ZG) ha accettato l’elezione in Consiglio federale. Sostituirà dal primo aprile la dimissionaria Viola Amherd. Le sue prime parole sono state incentrate sull’importanza della concordanza e della collegialità in Governo. Ha detto anche della necessità per l’Esecutivo di godere della fiducia dei cittadini, in calo secondo i sondaggi negli ultimi anni.

Martin Pfister ha quasi 62 anni(61 anni, 7 mesi e 12 giorni per la precisione essendo nato il 31 luglio 1963). È il secondo consigliere federale più anziano della storia svizzera recente dopo Christoph Blocher che nel 2003 di compleanni ne aveva già festeggiati 63.

Ecco l’elenco dei membri del Governo dal 1848

Il consigliere di Stato di Zugo Martin Pfister succederà a Viola Amherd in Governo. È stato eletto al secondo turno con 134 voti. La maggioranza assoluta era fissata a 123 e già al primo Pfister ci era andato vicinissimo ottenendo 122 preferenze.

Terminato il conteggio delle schede per il secondo turno, probabilmente decisivo. Gli scrutatori sono rientrati con il risultato che Maja Riniker sta per leggere.

Gli uscieri stanno già raccogliendo le schede per il secondo turno, che verranno poi consegnate agli scrutatori per essere contate. A questo punto Martin Pfister è “quasi consigliere federale”. Fra le 18 schede con i nomi di altri candidati, si dovrebbe trovare qualcuno che scelga lo zughese di Baar e gli consegni la maggioranza assoluta.

Sono rientrati gli scrutatori e Maja Riniker ha letto il risultato: non c’è il nome dell’eletto ma Martin Pfister c’è andato vicinissimo con 122 voti. Ne serviva solo uno in più per la maggioranza assoluta. Sulle 245 schede distribuite e rientrate, nessuna era bianca o nulla. Markus Ritter ha ottenuto 105 voti. Ad altri ne sono andati 18.

Dopo aver reso omaggio alla consigliera federale dimissionaria Viola Amherd, l’Assemblea federale ha iniziato le procedure di voto per eleggere il suo successore. Sono state distribuite le schede per il primo turno, che in questo momento gli uscieri stanno raccogliendo. Si può scrivere qualsiasi nome sulla scheda e - anche se tutti i gruppi hanno detto di volersi attenere al ticket del Centro - c’è da prevedere che ne compaiano anche altri. Per esempio quello di una donna, quale segnale per evidenziare l’assenza di una candidatura femminile.

Per l’ultima volta da consigliera federale, Viola Amherd si è rivolta all’Assemblea federale. Partita dall’esperienza di un incontro notturno con un jogger, ha ricordato i valori liberali della Svizzera e la democrazia (anche diretta), messi alla prova oggi da un contesto internazionale mutato dal conflitto in Ucraina. Anche la Confederazione, ha dichiarato, deve farsi la domanda di come garantire la propria sicurezza. “Siamo al centro dell’Europa”, ha dichiarato l’uscente, ribadendo la necessità - a suo avviso - di collaborare con i nostri vicini con cui condividiamo i valori citati. L’emozione della vallesana è emersa nel finale: in lacrime ha concluso in italiano, dicendo che “è stato un onore servire il nostro Paese”.

L’Assemblea federale è riunita. I lavori sono cominciati con la lettura della lettera con cui Viola Amherd ha rinunciato al suo incarico. È quindi la volta del commiato pronunciato dalla presidente dell’Assemblea (e del Consiglio nazionale), la liberale radicale argoviese Maja Riniker, che ricorda quanto raggiunto dall’uscente: prima donna a guidare il Dipartimento della difesa, un risultato da record in occasione della sua rielezione nel 2019 (con 218 voti), così è passata alla storia. Modi pacati ma idee chiare e precise, ha detto Riniker, ricordando le qualità di Amherd.

I Verdi e il PS non danno nessuna raccomandazione di voto ai membri dei loro gruppi parlamentari, riunitisi per l’ultima volta appena prima dell’elezione. “Diverse opinioni sono state espresse”, ha detto il capogruppo socialista Cédric Wermuth. Maggioritariamente, gli ecologisti prediligeranno Martin Pfister, ha detto dal canto suo la sua omologa Aline Trede.

L’appartenenza cantonale conta ma non è decisiva: lo dicono anche i rappresentanti di Zurigo, il più popoloso cantone svizzero che continuerà ad essere assente dal Governo. Il suo vicino San Gallo potrebbe invece ritrovarsi con due rappresentanti se dovesse spuntarla Markus Ritter. È sangallese infatti anche Karin Keller-Sutter

Errata corrige: nella prima versione di questo post abbiamo pubblicato un grafico riguardante la suddivisione degli eletti per cantone in cui la suddivisione per partito era errata. Ecco quella corretta che tiene già conto dell’elezione di Martin Pfister.

Nella famigerata “notte dei lunghi coltelli” si affinano le strategie, ma negli ultimi anni si è sempre rivelata innocua. Sarà stato anche questo il caso? Collegato da Palazzo federale per le ultime notizie, Gian Paolo Driussi dà due indicazioni: non dovrebbe comparire nessun candidato selvaggio, ma inizialmente potrebbe essere manifestato qualche disagio per l’assenza di candidature femminili, lamentata soprattutto da sinistra.

Per l’elezione di un candidato occorre la maggioranza assoluta, che corrisponde a oltre la metà delle schede valide, mentre quelle bianche o nulle non vengono considerate. Se nessuno dei candidati in lizza la consegue al primo turno di votazioni, si procede al numero di scrutini necessario affinché uno di loro la ottenga e risulti così eletto.

Liberi sono i primi due turni di scrutinio. Nuove candidature non sono invece più ammesse in quelli successivi. Viene eliminato dall’elezione il candidato che

•raccoglie meno di 10 voti dal secondo turno in poi; o

•consegue il minor numero di suffragi dal terzo turno in poi (se tutti ottengono almeno 10 voti); salvo che altri candidati ottengano il suo stesso numero di voti.

Il voto dell’Assemblea si svolge nell’aula del Nazionale, è segreto ed è effettuato attraverso schede anonime che gli uscieri della Confederazione raccolgono in urne. chiuse.

Martedì si sono tenute le ultime audizioni dei due candidati alla poltrona in Governo. Socialisti e verdi non hanno dato indicazioni, l’UDC propende per Ritter, i Verdi liberali lasciano ai loro membri libertà di scelta ma propendono maggioritariamente per Pfister.

Markus Ritter è il favorito, ma la candidatura di Martin Pfister è in crescita: chi la spunterà fra il consigliere nazionale e presidente dei contadini svizzeri, sangallese, e il consigliere di Stato di Zugo. Certo, il Centro ha faticato non poco a trovare i candidati da proporre all’Assemblea federale. Il vincitore erediterà il DDPS da Viola Amherd, un Dipartimento che oggi costituisce una grande sfida.