Intervista

“La Svizzera deve continuare ad avere un esercito forte”

Incontro con il consigliere nazionale sangallese Markus Ritter, candidato ufficiale del Centro alla successione di Viola Amherd in Consiglio federale

  • 19 febbraio, 05:45
  • 19 febbraio, 08:11
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Ritter, uno dei due candidati al Consiglio federale

SEIDISERA 18.02.2025, 18:00

  • Keystone
Di: Alessio Veronelli (con RSI Info), corrispondente RSI a Berna

Ci si avvicina all’elezione di un nuovo membro del Consiglio federale, dopo l’annuncio delle dimissioni da parte di Viola Amherd, finora a capo del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS). Vi abbiamo già proposto un incontro con il consigliere di Stato di Zugo Martin Pfister, ora invece vi proponiamo un’intervista all’altro candidato ufficiale del Centro: il consigliere nazionale sangallese Markus Ritter.

“Non ho mai veramente pensato di diventare consigliere Federale. Nel partito ci sono tanti ottimi profili, ma molti hanno rinunciato per vari motivi. Fra questi il collega Martin Candinas, e dopo il suo “no”, ne ho parlato in famiglia, e ho deciso di mettermi a disposizione”.

Lei ha 58 anni, è consigliere nazionale da 13 anni, è contadino e presidente dell’Unione Svizzera dei Contadini. Viene visto come favorito il 12 marzo...

“Non si sa mai come deciderà il Parlamento, lo so di persona, quando si tratta di scegliere un nuovo membro del Governo. Il pensiero (del Parlamento, ndr) deve essere: in questo momento, cosa è importante per la Svizzera? E dunque chi è il candidato giusto? Le prossime udienze saranno determinanti. Penso ci siano due buone candidature”.

Markus Ritter, se lei fosse eletto il mondo agricolo non sarebbe rappresentato in modo sproporzionato?

“Se fossi eletto il mio ruolo sarebbe completamente diverso da quello che ho adesso, anche come presidente dei contadini svizzeri. Visto che riprenderei il Dipartimento della difesa, non avrei problemi a gestire questo nuovo impegno. L’agricoltura è un dossier di Guy Parmelin, e sta svolgendo un ottimo lavoro”.

Restiamo allora al Dipartimento della difesa: attualmente ci sono non poche difficoltà nella gestione soprattutto dei grandi progetti, quelli che costano miliardi...

“Bisogna essere disposti ad assumersi sfide e responsabilità come queste. L’intero Consiglio federale lo fa: si cercano soluzioni per il benessere generale con prospettive decennali. Come rappresentante del Centro, punto a soluzioni equilibrate che siano nell’interesse di tutti. Vorrei però ricordare che Viola Amherd ha svolto un ottimo lavoro; pensiamo al voto sugli aerei da combattimento. Ci sono però dei problemi, vero, ed è da lì che bisogna partire. Credo comunque che bisogna continuare a investire nell’esercito. A nessuno piace avere una guerra così vicina, ma è una realtà, e non sappiamo cosa succederà nelle relazioni con gli Stati Uniti. Le richieste dell’attuale Amministrazione sono elevate in termini di difesa. La Svizzera deve adattarsi al contesto internazionale e continuare ad avere un esercito credibile e forte, basato sul concetto di neutralità armata”.

Markus Ritter, lei è sangallese, come Karin Keller-Sutter. È già successo che ci fossero due consiglieri Federali dello stesso cantone, ma questo potrebbe essere un problema...

Penso sia prioritario chiedersi chi abbia le migliori competenze per riprendere il Dipartimento della difesa, e la miglior rete di conoscenze politiche per raggiungere dei compromessi e prendere delle decisioni. Il Parlamento dovrà soppesare il fattore cantonale e metterlo in relazione all’esperienza, nel mio caso in Parlamento per più di 10 anni”.

Un’ultima domanda: ci dica qualcosa di personale...

“Beh, sono per metà italiano. La famiglia di mia madre proviene da Tonezza del Cimone, nel Veneto, un paesino a 1’000 metri d’altitudine, ed era una famiglia di muratori. Ho ereditato l’aspetto pratico di questo mestiere, ma anche un po’ di latinità, nel senso che mi piace discutere, sono estroverso. Mio padre era invece una persona molto più concreta. Sono orgoglioso di queste origini”.

Ritter favorito ma attenzione a non correre troppo

Markus Ritter stesso l’ha detto: non bisogna correre troppo. Anche perché se è vero che anni di milizia in Parlamento valgono esperienza e amicizie, ti creano anche oppositori, e Ritter ne ha certamente. La sinistra, per esempio, perché da presidente dell’Unione svizzera dei contadini e da consigliere nazionale, Ritter ha sostenuto posizioni socialmente e fiscalmente conservatrici, e contrarie praticamente sempre ad aperture sull’ambiente; ma anche a destra ci sono oppositori, per esempio inerenti alle sovvenzioni nell’agricoltura, che non tutti approvano; qualcuno potrebbe quindi optare per un candidato economicamente più in linea con idee liberali, come Martin Pfister.

Saranno quindi determinanti le audizioni: innanzitutto bisognerà sapere quale impressione i due candidati lasceranno dal punto di vista manageriale per gestire il Dipartimento della difesa, ma anche per eventualmente subentrare un giorno ad altri consiglieri Federali in altri dipartimenti. Di Martin Pfister si sa molto poco; Ritter, invece, escluso il fattore “San Gallo”, può certamente avvalersi del fatto di essere noto per saper creare intese, compromessi e ottenere risultati. Contro di lui però, ed è probabilmente per questo che ha elegantemente evitato la mia domanda, gioca il fatto di essere un contadino, perché in Governo c’è già una forte rappresentanza agricola diretta o indiretta, e Ritter sposterebbe del tutto l’ago della bilancia. Fattore questo da non sottovalutare nemmeno in casa, ovvero nel Centro, dove la componente più urbana potrebbe voler vedere in Governo un rappresentante non legato appunto al mondo agricolo, ma a quello cittadino- imprenditoriale.

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