Philip Morris, parla Cassis

Il consigliere federale Ignazio Cassis ha risposto per la prima volta alle polemiche scoppiate intorno alla sponsorizzazione - da parte della multinazionale del tabacco Philip Morris - del padiglione svizzero all'esposizione universale di Dubai. Lo ha intervistato Alan Crameri.

"Ho preso atto di questo dibattito pubblico, per me l’obiettivo è quello di avere un' Expo 2020 a Dubai che presenti una Svizzera compatta, sorridente e un’immagine positiva del nostro paese. Devo quindi eliminare ogni elemento di disturbo. Ho chiesto ai miei servizi di preparami una nota sullo stato di avanzamento dello sponsor e nei prossimi giorni mi faranno avere questa nota. Il loro problema era quello di raccogliere i fondi necessari, così come il Parlamento ha richiesto, e in questo senso sono fiducioso di vedere cosa hanno fatto sino ad ora.

Mi sembra di capire che siamo più vicini a una disdetta che ad un partenariato con Philip Morris?

"Questa sarà la decisione da prendere una volta fatti questi chiarimenti. Il dossier non era sul mio tavolo. Adesso arriverà con le mie domande e mi aspetto dai miei collaboratori chiarezza su questi punti".

Non sarebbe stato più utile avere una linea guida chiara anche con dei criteri etici che stabilivano quali aziende ammettere o no per la sponsorizzazione di eventi ufficiali?

"Questa è un’ulteriore domanda più generica, cioè: ogni volta che si fa un’esposizione universale, un’olimpiade o un’altra grande manifestazione, si pone questo tipo di domanda perché in Svizzera siamo abituati al fatto che ci sia un partenariato pubblico/privato di sostegno finanziario. Credo che questo ulteriore episodio ci porterà a riflettere su quali linee guida adottare in futuro per questo tipo di eventi pur sapendo tuttavia che il mondo dell’industria così come quello dei valori è in continua mutazione".