Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha aperto oltre 350 incarti legati alle truffe commesse in rete attraverso la pratica del phishing, ovvero il furto via posta elettronica di informazioni personali (dati finanziari e codici di accesso), usati poi per commettere raggiri.
Secondo quanto rende noto il portavoce dell’MPC alla NZZ am Sonntag, la maggior parte dei procedimenti aperti è stata abbandonata, poiché le rogatorie non hanno dato esito e non hanno permesso di identificare e raggiungere i malfattori. La Svizzera, ricorda il giornale, non è competente nel perseguire questo tipo di reati online, commessi prevalentemente all’estero.
bin